BATMAN: GUIDA ALLA LETTURA

● Premessa:
Prima del 1986, l’universo che raccoglie i tantissimi personaggi della DC conteneva vari pianeta Terra, ognuno con le proprie versioni dei supereroi. Durante la vita editoriale DC, questi vari personaggi avevano modo di interagire tra di loro viaggiando da una Terra all’altra (sopratutto quelli di Terra-1 e Terra-2), creando così quello che è definito da sempre il Multiverso.
Ciò però complicava non poco le continuity dei vari personaggi per cui gli editor decisero di rimettere ordine nel Multiverso: nel 1985 venne ideata la saga “Crisi sulle Terre Infinite” che aveva come fine ultimo il riunire le varie terre parallele in una sola.
Da questa data in poi perciò vengono riscritte e modernizzate le origini della maggior parte dei personaggi (alcuni subito, come appunto Batman, altri qualche anno più tardi, come Lanterna Verde).


● Cronologia:
Ho costruito questa cronologia principalmente in base alle saghe e storie disponibili e facilmente reperibili. La lista che segue avrà un ordine cronologico relativo agli avvenimenti interni alla continuity (e non perciò in base alla data di pubblicazione della storia), e grazie a determinati caratteri vi segnalerò l’importanza della saga in base ai seguenti caratteri: 

F = fondamentale, I = importante, Nessun carattere = non fondamentale. Il carattere indica la loro importanza nella continuity, non la qualità della storia (ad esempio Arkham Asylum è ritenuta una delle più belle graphic novel in assoluto di Batman, ma non è affatto fondamentale per la continuity). Vi ricordo infine che questo indice riguarda principalmente Batman, inserirò comunque alcune storie riguardanti i comprimari ma non saranno saghe fondamentali per la lettura, le nominerò giusto nel caso qualcuno volesse approfondire anche i comprimari della bat-family.

Batman: Anno Uno (Batman: Year One – 1987) ( F)
Sciamano (Shaman – 1989/90)
Preda (Prey – 1990) (I)
L’uomo che ride (The Man who Laughs – 2005)( F)
● Veleno (Venom – 1991)
Il lungo Halloween (The Long Halloween – 1996/97) ( F)
Vittoria Oscura (Dark Victory – 1999/2000) (F)
● Catwoman: Vacanze Romane (Catwoman: When in Rome – 2004)
● Ego (Ego – 2000)
● Robin: Anno Uno (Robin: Year One – 2000/01)
● Batgirl: Anno Uno (Batgirl: Year One – 2003)
La Figlia del Demone (Detective Comics #411, Batman #232 – 1971)(I)
● Nightwing: Anno Uno (Nightwing: Year One – 2005)
Il Figlio del Demone (Son of the Demon – 1987)(I)
Solo un altro ragazzo di Crime Alley (Batman #408-409 – 1987/88)(I)
● Crisi sulle Terre Infinite (Crisis on Infinite Earths – 1985/86)
● La Setta (The Cult – 1988)
● Arkham Asylum: Una folle dimora in un folle mondo (Arkham Asylum: A Serious House on Serious Earth – 1989)
The Killing Joke (1988)(F)
Una morte in famiglia (A Death in the Family – 1988)(F)
● Batman: Anno Tre (Batman: Year Three – 1989)
Un luogo solitario per morire (A Lonely Place of Dying – 1989)(I)
La Nascita del Demone (Birth of the Demon – 1992)(I)
La Spada di Azrael (Sword of Azrael – 1992/93)(I)
La Vendetta di Bane (Vengeance of Bane – 1993)(F)
KnightFall (1993)(F)
KnightQuest (1994)(I)
KnightsEnd (1994)(F)
● Aftermath (1994/95)
● Contagio (Contagion – 1996)
● Sfida al Demone (Bane of the Demon – 1998)
● Eredità (Legacy – 1996)
● Cataclisma (Cataclysm – 1998)
Terra di Nessuno (No Man’s Land – 1999/2000)(F)
 Nuova Gotham (New Gotham – 2001/02)(I)
● Bruce Wayne: Assassino? (Bruce Wayne: Murderer? – 2002)
● Bruce Wayne: Fuggitivo (Bruce Wayne: Fugitive – 2002)
Hush (2003) (F)
La morte e la fanciulla (Death and the Maidens – 2003/04)(I)
Rappresaglia (Pushback – 2004)(I)
Tamburi di Guerra (War Drums – 2004)(I)
Giochi di Guerra (War Games – 2004/05)(F)
Crisi D’Identità (Identity Crisis – 2004)(I)
Giochi di Guerra: Epilogo (Batman #634, Detective Comics #800 – 2005)
● Crimine di Guerra (War Crimes – 2005)
Sotto il cappuccio (Under the Hood – 2005/06)(F)
Crisi Infinita (Infinite Crisis – 2006)
Batman: Un Anno Dopo (Batman: One Year Later – 2006)(I)
Batman & Figlio (Batman and Son – 2006/07) (F)
Il Guanto Nero Pt. 1 (Il Club degli Eroi) (The Black Glove – 2007)(F)
La Resurrezione di Ra’s Al Ghul (The Resurrection of Ra’s Al Ghul – 2007/08)(F)
Il Guanto Nero Pt. 2 (Prologo R.I.P.) (The Black Glove – 2007)(F)
Il cuore di Hush (Heart of Hush – 2008/09)(I)
Batman R.I.P. (2008)(F)
Crisi Finale (Final Crisis – 2008/09) + Ultimi Offici
● Cos’è successo al Cavaliere Oscuro? (Whatever Happened to the Caped Crusader? – 2009)
Il Tempo e l’Uomo Pipistrello (Batman: Time and the Batman – 2010)(F)
Battaglia per il mantello (Battle for the Cowl – 2009)(I)
● Rinato (Batman: Reborn – 2009)
Batman & Robin: Batman Rinato (Batman and Robin: Batman Reborn – 2009)(F)
● Arkham Rinato (Arkham Reborn – 2009/10)
● Vita dopo la Morte (Life After Death – 2009/10)
Batman & Robin: Batman contro Robin (Batman and Robin: Batman vs. Robin – 2010)(F)
Batman & Robin: Batman e Robin devono morire! (Batman and Robin: Batman and Robin must die! – 2010/11) + Il Ritorno di Bruce Wayne (The Return of Bruce Wayne – 2011)(F)
● Batman & Robin: Strade Rosso Sangue (Batman and Robin: The Streets Run Red – 2011)
● Lo Specchio Nero (Detective Comics: The Black Mirror – 2011)
Batman Incorporated (2011)(F)
● I Cancelli di Gotham (Gates of Gotham – 2011)
 Batman Incorporated: Leviathan Strikes! (2011) (F)
● Flashpoint (2011)

⇒ THE NEW 52 ⇐
Anno Zero (Year Zero – 2013/14) (I)
 Batman/Superman: Incrocio di Mondi (Batman/Superman: Cross World – 2013)
Le Facce della Morte (Detective Comics: Faces of Death – 2011/12) (F)
Batman & Robin: Nato per uccidere (Batman and Robin: Born To Kill – 2011/12) (I)
La Corte dei Gufi (The Court of Owls – 2011/12) (F)
Nightwing: Trappole e Trapezi (Nightwing: Traps and Trapezes – 2011/12)
La Città dei Gufi (The City of Owls – 2012) (F)
Morte della Famiglia (Death of the Family – 2012/13)(F)
 Batman Incorporated: Stella del Demone (Batman, Incorporated: Demon Star – 2012/13)(F)
 Batman Incorporated: I più ricercati di Gotham (Batman, Incorporated: Gotham’s Most Wanted – 2013)(F)
Batman & Robin: Requiem (2013)
Forever Evil (2013/14)
Batman & Robin: La piaga più grande (Batman and Robin: The Big Burn – 2014)


● Ok grazie, ma è troppo materiale da recuperare per me, non c’è uno starting point recente?
Nel 2011 con l’evento Flashpoint in casa DC è iniziato il “reboot” The New 52. Perchè ho usato le virgolette?
Perchè per le bat-testate non è stato un vero e proprio reboot, ci sono state alcune modifiche nella continuity ma non si è ripartiti dalle origini. Tutti i cambiamenti avvenuti nella continuity non sono ancora tutt’ora noti, ma posso dirti in primis che i componenti della bat-family sono stati ringiovaniti (Bruce Wayne ha 30 anni circa, Dick Grayson dovrebbe averne 21 o quasi, Jason Todd 19 e Tim Drake tra i 16 e i 17) e che Tim Drake è divenuto direttamente Red Robin invece che Robin (tutte le sue gesta rimangono invariate a quanto sembra, semplicemente vestiva il costume di Red Robin che quello classico).
Insomma, il New 52 è il miglior starting point che puoi trovare, e ti consiglio vivamente di andare dalla tua fumetteria di fiducia e recuperare dall’1 tutti i numeri usciti dello spillato “Batman” edito dalla RW Lion, oppure partire dal n°13 che contiene storie riguardanti le origini.

● Non sono un amante delle storie datate, le trovo un pò pesanti, non è possibile partire subito dalle saghe più moderne ma comunque pre-New 52?
Il consiglio che posso darti è di leggere almeno Batman: Anno UnoL’uomo che rideIl Lungo HalloweenVittoria OscuraThe Killing Joke e Una morte in famiglia, per poi passare direttamente ad Hush. Da li in poi prosegui a tuo piacimento, leggendo tutto o solo le saghe rosse o verdi.

● Ho sentito parlare della run di Grant Morrison, quali sono le saghe che la compongono?
– Batman & Figlio
– Il Guanto Nero
– La Resurrezione di Ra’s Al Ghul*
– Batman R.I.P.
– Il Tempo e l’Uomo Pipistrello
– Batman Rinato
– Batman contro Robin
– Batman e Robin devono morire!
– Il Ritorno di Bruce Wayne
– Batman Incorporated
– Batman Incorporated: Leviathan Strikes!
– Batman Incorporated: Stella del Demone
– Batman Incorporated: I più ricercati di Gotham
*NOTA: La Resurrezione di Ra’s Al Ghul non è una saga completamente di Morrison ma un crossover che ho comunque ritenuto importante citare perché riguardante personaggi di primo piano nella gestione Morrison.

● Come mai nell’indice non è presente Batman: Anno Due?
Non l’ho inserito in quanto è stato decretato fuori continuity (leggendolo capirete il perchè), e sinceramente non è nemmeno un granchè come storia. Ricordate sempre che questo mio Indice non è una cronologia assoluta di tutte le pubblicazioni sul cavaliere oscuro messo in ordine di avvenimento, ma una lista delle saghe più belle e incisive sulla continuity che ho avuto modo di leggere. Ad esempio Batman: Jekyll & Hyde personalmente la ritengo una bellissima saga ma non l’ho potuta inserire in quanto posta poi fuori continuity poco dopo la sua pubblicazione. Ciò non toglie che possiate tranquillamente godervi e leggere storie non canoniche.

● Come mai nell’indice non c’è traccia delle serie pubblicate in Italia dalla Mondadori, Wiliiams Inteuropa e dalla Cenisio negli anni ’60 e ’70?
Le tre vecchie case editrici hanno pubblicato storie precedenti all’avvvento di Crisi sulle Terre Infinite, saga che, come ho scritto nella premessa alla cronologia, ha rebootato quasi tutto l’universo DC (solo la continuity di Flash è rimasta praticamente intatta), non sono mancate in seguito perciò rinarrazioni (retcon) di avvenimenti passati, modificati e resi in chiave moderna. Ciò comunque non toglie che tu possa benissimo leggerle e apprezzarle, ma sappi che sono storie con toni diversi da quelle del 1986 in poi, e che risentono ancor più della vecchiaia in quanto scritte nelle Gold/Silver/Bronze Age.

● E se invece mi volessi leggere qualche storia fuori continuity?
Nessun problema, ci sono molte Graphic Novel autonome ed Elseworld sul mondo del crociato incappucciato, e su questo forum troverai disponibili:
– All Star Batman & Robin
– Arkham Asylum: Una folle dimora in un folle mondo
– Batman: Anno Due
– Batman: Anno 100
– Batman: Bianco & Nero
– Batman: Gotico
– Batman: Jekyll & Hyde
– Batman: Nine Lives
– Batman: Terra Uno
– Batman: Thrillkiller
– Batman & Dracula: Pioggia di sangue
– Batman & Dracula: Tempesta di sangue
– Batman & Dracula: Nebbia cremisi
– Batman / Dredd – Vendetta a Gotham
– Batman / Spirit – La convention del crimine
– Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro
– Il Cavaliere Oscuro Colpisce Ancora

Personalmente ritengo dei must “Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro”, capolavoro assoluto di Frank Miller, e “Arkham Asylum” del grande Grant Morrison (che avevo già inserito nella cronologia, ma puoi leggerla tranquillamente essendo totalmente slegata dalla continuity, senza però mostrare elementi che la contraddicano), ma anche la maggior parte degli altri titoli sono delle vere perle.

Spero ti sia stato utile questo indice, per qualsiasi domanda chiedi pure.
Buona lettura!

Daredevil di Frank Miller & Klaus Janson RECENSIONE CON RETROSPETTIVA

Trent’anni fa il mondo del fumetto era molto diverso. I personaggi strani erano più che benvenuti – ed anche incoraggiati. I finali stile Deus Ex Machina erano così comuni che era un miracolo che la gente non si fosse stufata. Ma – cosa più importante – i colori erano tutti luminosi e allegri e il concetto di “cupo e grintoso” non era ancora entrata nel vocabolario mainstream.

Qui arriva Frank Miller.

 

                                                                      

Inizia con delle prospettive alte che però non si vedono nei primi numeri. C’è molto da dire sulla sua serie di quaranta numeri di Daredevil e di come quanto fosse stato in futuro iconico e rivoluzionario. Non sono sicuro di cosa mi aspettassi all’inizio, probabilmente di trovare una pietra miliare del fumetto a ogni pagina ma cosi non e’ stato.

                                                                   

Non fraintendermi – in queste storie sono racchiuse tutti quegli elogi che ho fatto sopra se non molto di più. Ma Frank Miller non è un alchimista. Non può creare istantaneamente l’oro dall’aria. Daredevil – quando Miller arrivò – era in cattive condizioni, anche per gli stravaganti standard della Silver Age. In effetti, ha avuto così tanta libertà di riscrivere il personaggio perché il titolo era sull’orlo della chiusura. E, sotto il suo mandato, in realtà è diventato un titolo mensile.

In pochi sanno che Miller originariamente si unì come artista. A poco a poco il suo coinvolgimento è aumentato e poi ha completamente assunto il controllo. Forse l’indicazione più chiara di quante modifiche abbia apportato al fumetto può essere notato dal fatto che la prima storia aveva un gorilla parlante (un membro di “The Unholy Three” ), mentre verso la fine vediamo una tranquilla conversazione  con un nemico storpio al gioco della roulette russa.

                                                                 

La corsa di Miller su Daredevil va a braccetto con l’introduzione di Elektra, uno dei tanti elementi introdotti da Miller che sono rimasti con DareDevil fino a oggi. Quasi immediatamente, vediamo Miller mettersi al lavoro come scrittore. Riduce praticamente la galleria dei ladri di Daredevil fino a Bullseye e importa Kingpin da Spider-Man. Anche se avrebbe scritto una storia con Stilt-Man (sì, il suo status di super criminale era definito dal fatto che aveva i trampoli), era puramente per deridere la natura ridicola del concetto. Avrebbe anche introdotto dei cattivi un po’ meno pazzi nella galleria dei nemici di Daredevil unendoli al concetto di  assassini ninja,ovvero The Hand – tradotto in italia come La Mano-.

Questa è una scelta intelligente per il personaggio – che aveva, in questa fase, un’orrenda selezione di cattivi  – ma forse è anche la prima volta che abbiamo visto un supereroe migrare lontano dai super criminali come nemici tradizionali. Nonostante la presenza di ninja (un sacco di ninja!), Miller mantiene il suo personaggio relativamente integrato nella città, trascorrendo così tanto tempo a lottare con i comuni teppisti come mostri in costume. Sfortunatamente la serie non si occupa mai completamente delle implicazioni di questa mossa verso un’atmosfera noir più radicata – con Daredevil che passeggia in un bar e beve una bottiglia di latte mentre perlustrano gli inferi come se non ci fosse nulla di insolito in un uomo in calzamaglia rossa che passeggiava in un bar grezzo e beve attraverso una cannuccia – è certamente un cambio di direzione interessante per il personaggio.

Nonostante alcuni momenti minori slegati alla trama principale, Miller ha messo insieme un’affascinante collezione di storie noir. Anche se il punto più alto di questa corsa è probabilmente il ritorno di Kingpin nell’arco di Gangwar e il culmine della trama di Elektra in Last Hand , anche le oneshots sono interessanti – in particolare Devils , un capitolo in cui un tumore cerebrale fa sì che Bullseye inizi a vedere tutti intorno a lui come Daredevil, o Lady Killer dove Melvin Potter sembra essere ossessionato dalla sua doppia personalità. Miller è uno scrittore di talento e entrambe le storie giocano su grandi temi sviluppati durante la sua direzione (la decisione di Daredevil di salvare Bullseye ha delle conseguenze in seguito, per esempio). Infatti, dal momento in cui Miller assume il ruolo di scrittore, la serie si legge come un romanzo gigante suddiviso in capitoli: una saga del crimine riccamente dipinta.

                                                                 

È un peccato che il punto culminante del suo mandato intitolato “Resurrection” , non si unisca (anche se non conoscessi la storia dietro le quinte potrei probabilmente dire che Miller non voleva risuscitare il suo ninja assassino dal modo in cui racconta la storia), ma la storia finale, la roulette , compensa ampiamente – una conversazione intima tra Daredevil e Bullseye che rimanda (o in avanti – da quando è stata pubblicata per la prima volta) alla conversazione di apertura di Batman / Joker nel The Killing Joke di Alan Moore . Questi due si uccideranno probabilmente a un certo punto – tranne che la Marvel non vuole rischiare un calo delle vendite uccidendo personaggi popolari.

È ridondante sottolineare quanto sia stata efficace la transizione dai ladri in costume di Daredevil al Kingpin (e forse Bullseye). In un mondo sovrappopolato di personaggi Marvel in costume (incluso il famoso Spider-Man), Miller ha trovato il modo di mettere il personaggio nel suo habitat. Il successo di questo approccio è comprovato dal fatto che l’evoluzione di Daredevil non è mai stata davvero espansa: in effetti, gran parte del lavoro è stato fatto per rendere i suoi ladri già truci e truculenti abbastanza da stare al fianco di Kingpin.

Kingpin – un tempo cattivo di Spider-Man – è perfettamente adatto alla conquista di New York come la descrive Miller, e alla sfiducia delle istituzioni come inevitabilmente corrotta – un tema che ha attraversato tutto il suo lavoro. Miller abilmente permette al personaggio di vincere – di volta in volta – e imposta anche Daredevil e Kingpin su una traiettoria parallela, piuttosto che su una rotta di collisione. Entrambi gli uomini perdono i loro amori in questa battaglia e – come osserva Kingpin stesso – sono più simili di quanto a loro piace pensare.

Il tono “cupo e grintoso” funziona bene, anche se a volte porta ad alcune dissonanze (confrontate il comico sollievo di Turk con una scena ragionevolmente grafica di Kingpin che spacca la testa di un impiegato, ad esempio). Certo, il commento sociale può sembrare un po’ pesante a volte – prendi la guerra del Punitore contro la droga in Child’s Play come esempio – ma questa era un’era in cui alcuni temi dovevano ancora prendere piede.

                                                      

È interessante notare come alcuni dei temi delle storie future di Miller appaiano qui in forma embrionale. Non è un caso, ad esempio, che Bullseye scappi durante un’intervista con i media nello stesso modo in cui The Joker è scappato durante The Dark Knight Returns . O che la corruzione di Kingpin a New York rispecchia lo stato di decadenza di Gotham in Anno Uno .

Le tavole di Klaus Janson (originariamente disegnate a matita da Miller) sono fantastiche e probabilmente meritano di essere viste da sole (anche nei noiosi capitoli precedenti). La coppia si sarebbe riunita in The Dark Knight Returns , ma penso che questo potrebbe effettivamente essere superiore alla loro successiva collaborazione. Il disegno è fluido e lo stile visivo è impressionante. I colori vivaci sono un interessante contrasto con il tono sempre più oscuro dell’opera, e le scelte stilistiche funzionano bene – per esempio, il costume di Daredevil si alterna tra pannelli come il rosso con il nero o il nero con il rosso.

                                                   

Non vi consigliamo di recuperare gli omnibus in quanto avendo tutti numeri rende la lettura più adeguata – e certamente molto più coerente. Inoltre molte raccolte tendono a rimuove la maggior parte dei problemi a livelli di trama. Mentre ho affermato che penso che l’influenza di Miller su Batman possa essere sopravvalutata, non penso che sia possibile sopravvalutare il suo coinvolgimento con Daredevil. Praticamente tutti gli scrittori che gli faranno seguito – in particolare le storie moderne di Kevin Smith, Brian Michael Bendis e Ed Brubaker – si rifanno pesantemente al suo lavoro.

Probabilmente funziona meglio come esempio dell’evoluzione del lavoro di Frank Miller piuttosto che un esempio del suo stesso lavoro. Tuttavia, per quelli con una mente aperta o un interesse per l’evoluzione di uno dei più interessanti scrittori, questo è il consiglio che posso darvi. C’è sempre la sensazione che le cose stiano cambiando e crescendo.

Potrebbe non reggere bene come l’altra corrente principale dei primi anni ottanta – l’amministrazione di Alan Moore su Swamp Thing – ma è una visione davvero affascinante della crescita come scrittore di fumetti e uno sguardo interessante ai primi anni di Miller.

Wolverine di Chris Claremont e Frank Miller – Recensione

È quasi difficile credere che Wolverine abbia avuto la sua prima miniserie solo nel 1982. Il personaggio era apparso per la prima volta in The Incredible Hulk nel 1974, ed era stato cooptato negli X-Men con The Giant X-Men # 1 di Len Wein un anno dopo. Durante la celebre run su Uncanny X-Men di Chris Claremont , Wolverine è diventato un personaggio molto popolare. In effetti, penso si possa sostenere l’argomento secondo cui Wolverine e Storm erano i protagonisti principali dell’epica corsa degli X-Men di Claremont . Eppure, dato quanto è diventato onnipresente il personaggio negli ultimi anni, è impressionante che ci sia voluto così tanto tempo  per ottenere un’avventura da solista. La miniserie Wolverine in quattro parti, scritta da Chris Claremont e illustrata da Frank Miller, è generalmente considerata una delle migliori miniserie che la Marvel abbia mai prodotto, e penso che abbia fornito molto dello slancio e della caratterizzazione che avrebbero sostenuto il personaggio in oltre tre decenni di apparizioni.

Ho notato che nei suoi esordi Wolverine non è il più complesso dei personaggi dei fumetti. Tendo a pensare che, di regola, il personaggio sia ben più utile come parte di un dinamico gruppo, dove può definirsi in opposizione agli altri membri. Penso che gran parte del suo fascino in Uncanny X-Men fosse il fatto che fosse il membro più feroce della squadra, il “ragazzaccio” . Mentre sarei molto riluttante a descrivere il Wolverine di Chris Claremont come un ” anti-eroe “ , ha avuto una caratterizzazione più cattiva, qualcosa che mancava dalla maggior parte dei fumetti in quel momento.

In molti modi, ricordava molto i personaggi di Clint Eastwood, l’icona macho fatta e pronta, pronta per tutto ciò che il mondo poteva lanciargli.  È un personaggio di genere abbastanza convenzionale, e penso che il suo fascino derivi da quanto attentamente Claremont lo abbia definito all’interno di quello stampo. Non penso che sia eccezionalmente profondo o complesso, e direi che lo stesso Claremont lo ammetterebbe.

In effetti, Claremont sembra farlo nell’introduzione alla raccolta della miniserie di quattro numeri. “Per la maggior parte, vedi,” spiega candidamente Claremont, “Wolvie era stato descritto come uno psicopatico assassino, come della nitroglicerina umana, pronto a esplodere in una furia beserker senza preavviso, e probabilmente attaccherebbe anche i suoi amici e compagni di squadra come i suoi nemici . Il problema è che non ti lascia, come scrittore, molti posti in cui andare. “ Quindi, è merito di Miller e Claremont che sono stati in grado di riposizionarlo con abilità nel genere “eroe”, trasformando quella superficialità ed esplorando le insicurezze di Wolverine sull’essere “una bestia vestita in forma umana che non ha onore”.

Vale la pena riconoscere la connessione tra Frank Miller e Chris Claremont. Leggendo una buona parte dell’epopea di Claremont, mi colpisce quanto profondamente riconoscente debba essere la cultura fumettistica a Claremont. Penso che lo scrittore abbia avuto un impatto enorme sul modo in cui gli scrittori producono storie a lungo termine, anche se non ha influenzato fondamentalmente nello stesso modo in cui lo hanno fatto Alan Moore o Frank Miller. Tuttavia, non penso che Claremont sia stato abbastanza riconosciuto per il contributo che ha dato al genere, riconoscendo le opere che sarebbero diventate influenti e iconiche e incorporandole nelle sue narrazioni attuali.

Quindi è possibile rilevare una sinergia tra Miller e Claremont, e le due si adattano abbastanza bene. Questa miniserie di Wolverine si lega immediatamente a diversi fili della celebre storia di Daredevil di Frank Miller , che si è svolta all’incirca nello stesso periodo. Nelle pagine iniziali, Wolverine trova la sua strada per un “Josie’s Bar ‘n’ Grill”, che condivide un nome con il frequentatore notturno che Daredevil frequentava. La trama presenta ampiamente la Mano e li legherebbe alla continuità personale di Wolverine in modo abbastanza saldo, oltre a stabilirli come uno dei molti elementi dell’universo Marvel condiviso che Claremont attingerebbe di volta in volta.

Tuttavia,la svolta più duratura che la serie fà sul personaggio di Wolverine, e probabilmente l’unica connessione più intelligente che abbiamo per quanto riguarda il suo personaggio, sta nell’intrecciare Wolverine nella cultura giapponese. “Logan, sei più giapponese di qualsiasi altro occidentale che abbia mai conosciuto” , suggerisce il suo vecchio amico, Asano Kimura. In realtà è una bella metafora, in quanto Claremont interpreta il personaggio centrale che lotta con i suoi istinti di guerriero e il suo tentativo di essere qualcosa di più.

Il Giappone ha avuto una lunga storia militare. A partire dal 1982, il paese era stato recentemente coinvolto nella seconda guerra mondiale. Ha gestito un’impressionante espansione coloniale durante quel conflitto, ma ha anche attinto una ricca storia militare. Questa era una nazione famosa nella cultura popolare per samurai e ninjitsu, nota per la produzione di guerrieri di ogni tipo. Tuttavia, quella cultura era stata drammaticamente cambiata dopo la seconda guerra mondiale. L’esercito era stato sostituito dalla “Forza di autodifesa del Giappone”. Nel momento in cui questo fumetto è stato pubblicato, il paese aveva ancora un forte sentimento antimilitarista.

Claremont allude a questo fondamentale conflitto interno all’interno del personaggio giapponese. “La nostra famiglia è vecchia quanto quella dell’Imperatore, con una pretesa legittima al trono”, dice il padre di Mariko a Wolverine a un certo punto, riflettendo sui vecchi modi e tradizioni. Tuttavia, deve riportarsi al presente, la realpolitick della situazione. “Ma lo dimentico. Viviamo in un’epoca in cui tali precetti sono diventati effimeri come la rugiada del mattino. “

Indipendentemente da quanto possa cercare di essere pacifico, “la terra del Sol Levante” sarà sempre associata a guerrieri senza tempo come i ninja ei samurai. Questi archetipi eterni e iconici aderiscono ai loro sacri codici d’onore interni, mascherando la ferocia del combattimento e dell’omicidio con la struttura civilizzata di antichi giuramenti e codici. Wolverine riflette su una messa in scena dei 47 Samurai, riflettendo, “È una storia d’onore, di lealtà, della determinazione dei samurai di vedere un corso fino alla sua fine, indipendentemente dal costo. Rappresenta tutte le qualità che i giapponesi amano di più nel loro carattere e patrimonio nazionale “.

I lettori americani indubbiamente assocerebbero Wolverine all’archetipo del cowboy solitario. Leggendo la sua narrazione scritta da Claremont, non è troppo difficile immaginare un giovane Clint Eastwood interpretare il ruolo e interpretarlo come “l’uomo senza nome”. Naturalmente, molti di quegli iconici western sono stati loro stessi fortemente influenzati da classici film di samurai. The Magnificent Seven era The Seven Samurai . Un pugno di dollari era Yojimbo .

È anche interessante il modo in cui Claremont e Miller riescono a sfruttare l’essenza del personaggio senza ricorrere a un gran numero di cliché e senza riprendere particolarmente le vecchie storie pubblicate prima. Mentre la storia fa ricorso al collaudato “vecchio passato dalla storia personale di Wolverine” per far movimentare la storia, c’è una minima dose di angoscia su quanto poco Wolverine potrebbe sapere del suo passato. Mentre Claremont e Miller intrecciano il Giappone nella storia del personaggio, non giocano sul mistero della sua origine come faranno molti scrittori e artisti in futuro.

Vale anche la pena notare che questa storia è stata scritta quando Wolverine era un personaggio mortale, piuttosto che quando il suo fattore di guarigione rendeva il personaggio praticamente immortale. In questi giorni, ci vuole una minaccia come la fine del mondo per dare  del filo da torcere al mutante canadese, dato quanto radicalmente il suo potere di rigenerazione si è evoluto. Qui, tuttavia, Miller e Claremont creano invece una grande quantità di tensione da una minaccia relativamente banale e di strada. Questo è un Wolverine che può ancora essere ucciso da normalissimi ninja.

Questo è un personaggio che si trova nel mezzo del proprio arco narrativo. Wolverine si stava ancora evolvendo sotto la penna di Claremont, e lo scrittore sembra abbracciare l’idea che Wolverine potesse diventare un personaggio molto diverso da quello che è apparso per la prima volta in The Incredible Hulk tanti anni fa. Wolverine sembra sostenere questa sorta di approccio audace e in continua evoluzione alla scrittura di fumetti, poiché Claremont sembra condannare i tentativi pigri di aderire allo status quo.

C’è qualcosa di tragico nel personaggio che la coppia dà a Wolverine, come un personaggio che lotta per essere più di quanto non sia stato in passato. C’è qualcosa di stranamente nobile nei tentativi di Wolverine di migliorarsi, soprattutto in considerazione del suo sordido passato. Sta cercando sinceramente di essere un uomo migliore, il che penso scatena un bellissimo conflitto interno, visto che Miller e Claremont costringono il personaggio a scegliere tra due straordinarie donne giapponesi: Mariko, che parla della sua natura migliore; e Yukio, che fa appello ai suoi istinti più basici.

Wolverine è ancora una lettura meravigliosa anche trent’anni dopo la sua prima pubblicazione. Sebbene non sia il miglior lavoro che sia Claremont o Miller abbia mai prodotto, è caratterizzato da due creatori molto abili che lavorano a qualcosa che si avvicina al meglio del loro lavoro. È una storia semplice, libera dal tipo di convoluzioni narrative che molti si aspettano da una storia di Wolverine , ma penso che sia ancora una lettura fantastica, forse proprio per questa semplicità. Si adatta al suo personaggio principale, tracciando tragedia dalle storie più dirette.

Deadpool 2 – La Recensione

Come il primo film, Deadpool 2 è un film che si basa sulla decostruzione e la commedia. Almeno, non principalmente.

Deadpool 2 è efficace sul punto narrativo supereroistico e lo sviluppa in maniera molto semplice e diretta con un pizzico di violenza ma anche di consapevolezza. Senza dimenticare le risate. E alcune battute sono davvero grandiose. Ci sono anche occasionalmente momenti in cui Deadpool 2 prenderà in prestito appositamente alcune scene o personaggi da altri film. Tuttavia, queste sono l’eccezione piuttosto che la regola. E non è un caso che questo set-up porti alla più grande risata del film.

Non c’è mai la sensazione che Deadpool 2 esista come decostruzione o critica dei film sui supereroi, che abbia qualcosa di particolarmente perspicace da dire sul genere oltre ad accettare che il pubblico moderno sia alfabetizzato dal genere.

Per essere chiari, questo non è un problema con Deadpool 2 . In effetti, la cosa più straordinaria di Deadpool 2, in particolare nell’era del franchising sui supereroi, è la relativa efficienza con cui racconta una storia semplice. Per tutte le battute sui genitali e tutti i riferimenti alla cultura pop che affollano la narrativa, in Deadpool 2 c’è un’emozione più genuina di quella di Avengers: Infinity War . I personaggi sono meglio definiti, i loro archi e le motivazioni più chiare. C’è una serietà accattivante e contagiosa sotto le battute del cazzo.

Ovviamente, questo non vuol dire che non ci siano citazioni in abbondanza e molti riferimenti nascosti. Se mai, Deadpool 2 è più esoterico nei suoi obiettivi rispetto a quello originale. Mentre si lamenta dell’assurdità dell’idea di “fortuna” come superpotere, Deadpool si chiede chi possa inventare un concetto così ridicolo (prestandosi alla “scrittura pigra” ), lamentandosi, “Probabilmente non sa nemmeno disegnare i piedi”. È un cliché nella critica dei fumetti per sottolineare le debolezze anatomiche di Liefeld, ma è qualcosa da vedere in un successone su questa scala.

Allo stesso modo, non si può negare la stranezza di un film a fumetti che trasforma un personaggio di serie Z apparso su Uncanny X-Men in cattivo stile “Black Tom Cassidy” in una battuta finale ricorrente con particolare attenzione alle relazioni a fumetti del personaggio di lunga data. Deadpool 2 è chiaramente il prodotto di persone che hanno effettivamente letto fumetti o almeno sono scomparsi nel buco nero del tempo che è il commento su internet. Incontrando un personaggio di fumetti particolarmente iconico, Deadpool ha persino casualmente elencato le sue apparizioni nei fumetti.

Oltre a ciò, Deadpool 2 non perde mai di vista se stesso come un sequel degli X-Men , non solo in continuità, ma in tono. Per un film che introduce gli X-Men come ” una metafora datata per i diritti civili degli anni sessanta “, c’è qualcosa che conferma quanto tranquillamente Deadpool 2 porti la sua coscienza LGBTQ nei suoi temi. C’è un modo semplice con cui Deadpool 2 accetta il suo sottotesto queer, dai riferimenti casuali a uno “strap-on” alla facilità con cui Wade accetta la fidanzata di Teenage Negasonic Warhead.

Esiste una misura specifica in base alla quale Deadpool 2 è effettivamente “il miglior film degli X-Men” da X-Men: First Class o anche X-Men II , senza essere effettivamente buono come Logan . Questo è più ovvio per il modo in cui la trama si trova a svolgersi attorno alla ” Essex Home for Mutant Rehabilitation “, sia un altro occhiolino all’ allusione all’uso della terapia di conversione negli Stati Uniti. (In effetti, uno dei più piccoli colpi bassi di Deadpool 2 prefigura questa rivelazione con Deadpool che riflette su come il resto del mondo non hanno un senso di religione come gli Stati Uniti).

È anche chiaro che il team di produzione ha letto i fumetti di Deadpool, sfruttando trame e opere come Uncanny X-Force di Rick Remender o Deadpool di Gerry Duggan .

Anche i dettagli più piccoli suggeriscono influenze a quattro colori. Quando Deadpool mette insieme il suo contrappunto “lungimirante, progressivo” (e anche “un po’ derivato” ) agli X-Men, il team di produzione fa attenzione ad annuire furbescamente a varie iterazioni del team nei fumetti X-Force . Tuttavia, la sequenza si ripaga confermando che il team di produzione ha almeno letto Peter Milligan e la spettacolare corsa di X-Force e X-Statix ​​di Mike Allred , che rimane uno dei migliori (e più trascurati) fumetti X-Men mai pubblicati.

Allo stesso modo, anche i fan occasionali del franchise cinematografico degli X-Men possono notare i vari riferimenti e omaggi al franchise del film, con la trama che spesso si sente come un tributo molto diretto agli X-Men rispetto al fascino gonzo del lavoro di Noah Hawley in Legion . La scelta di Cable come personaggio di supporto evoca ovviamente la trama di base di X-Men: Days of Future Past , sebbene consapevolmente e deliberatamente su una scala più piccola e intima. Una sequenza di dighe legate alla neve richiama X-Men II . Lo stesso Deadpool stuzzica le somiglianze con il complotto di Logan .

Nessuno di questi elementi è abbastanza forte nel mix per sopraffare Deadpool , non permettendo mai che il film si perda nei riferimenti. Per essere onesti, le battute del film cadono di tanto in tanto nella trappola di puntare a pezzi familiari della cultura pop come uno scherzo di se stessi, piuttosto che come impostazione di uno scherzo. Deadpool si riferisce inevitabilmente a Josh Brolin come “Thanos” , o si lamenta che parte della X-Mansion “odori come Patrick Stewart”.Tuttavia, sono citazioni piuttosto che il punto focale dell’attenzione.

Tuttavia, Deadpool 2 funziona meglio come un film d’azione semplice con una trama relativamente lineare e motivazioni coerenti. Il regista David Leitch è un fantastico coreografo d’azione, con uno stile relativamente pulito e ordinato che funziona bene. In effetti, i migliori beat di Deadpool 2 sembrano sequenze di azione senza sforzo,  che dimostrano l’abilità di Leitch senza distrarre dal resto del film; mi viene in mente una furba sequenza all’inizio del film, dove persino Deadpool si complimenta della carneficina coreografata. ” Woah. Quel ragazzo è in fiamme! 

Sebbene sia pieno di superpoteri e riferimenti ai film a fumetti, Deadpool 2 è molto più vicino a quei vecchi film d’azione degli anni Ottanta che a qualcosa come Black Panther . Questo è evidente nel modo in cui Leitch sceglie di visualizzare i superpoteri guidati dalla fortuna di Domino, nonostante le proteste di Wade che “certamente non è molto cinematografico.” Leitch sembra immaginare la manipolazione della fortuna di Domino pari alla capacità di invocare la fisica del film d’azione.

La trama e gli archi di Deadpool 2 hanno pochissime sorprese, forniscono invece un quadro per un’esecuzione sicura e pulita. La posta in gioco è relativamente piccola, specialmente per ciò che è inquadrato come una storia del viaggio nel tempo. Wade fa riferimento a Cable come “John Connor” , ma il film evita consapevolmente molte conseguenza del caso. Cable non sta cercando di salvare metà dell’universo, ma intraprende invece una missione molto personale. Allo stesso modo, le motivazioni di Wade non sono di cambiare il mondo o influenzare un profondo cambiamento nella coscienza sociale, ma di salvare una singola vita.

Questo è rinfrescante, sia nel contesto di un grande sequel di successo che di film sui supereroi. Nell’era degli universi condivisi e dei sequel, sembra che la qualifica minima per rivendicare il titolo di “supereroe” sia salvare una piccola città, probabilmente distruggendone la maggior parte nel processo.

C’è qualcosa di pragmatico e accattivante in questo. Semmai Infinity War ha dimostrato i limiti dei film sui supereroi, dimostrando che la carneficina sulla scala planetaria è limitata. Il merito di  Deadpool 2 è che non perde mai di vista le parti più intime. Anche un personaggio secondario come Domino ha il suo arco relativamente perfetto che ripaga in un modo che ha senso.

In effetti, i beat emotivi di Deadpool 2 sono quasi sinceri,  fatti per far funzionare la storia. In effetti, l’umorismo in Deadpool 2 sembra esistere in gran parte per controbilanciare questa serietà, per mantenere il film equilibrato e per impedirgli di ribaltarsi e diventare troppo ovvio o troppo melodrammatico. L’umorismo punge la sua sincerità quanto basta , sgonfiando gli elementi più veloci del film senza mai nascondere il suo cuore. Deadpool 2 mantiene un delicato equilibrio. Questo è forse più ovvio nella trama centrale del film, che si concentra su un giovane mutante di nome Russell, interpretato da Julian Dennison e che aspira a diventare cattivo col nome in codice “Fire Fist”.Quando Wade chiede perché Russell sarebbe tentato dal diventare un supervillain, risponde ironicamente, “Non vedi molti supereroi come me.”

Tuttavia, il sarcasmo esiste per aiutare a forare le parti più serie del film sui traumi, rabbia e cicli di violenza. Deadpool 2 è piuttosto esplicito su dove viene la rabbia di Russell, e su ciò che è necessario per aiutarlo a togliersi dalle ferite che gli sono state inflitte. Sulla carta, questo arco è quasi scadente, una raccolta di motivazioni e allestimenti di personaggi originali ma funzionano sullo schermo.

Tuttavia, Deadpool 2 trova un’umanità sorprendente in queste idee molto sane, distraendoci con umorismo delicato e autocoscienza.

 

The Killing Joke – Recensione

Essendo comprensibilmente un fumetto abbastanza controverso (lo stesso Alan Moore secondo quanto riferito ebbe pochissimo tempo per scriverlo), The Killing Joke rimane il fumetto perfettp per esaminare la dinamica tra Batman e il Joker. Essendo una storia principalmente basata sul Pagliaccio, ne rivela anche un po’ la logica distorta del personaggio, fornendo una motivazione quasi logica alle sue innumerevoli azioni malvagie.  Presenta anche alcune delle migliori opere fumettistiche che è possibile vedere su un fumetto di Batman.

Cominciamo parlando della vittima sacrificale. C’è un nome tecnico per il modo in cui questo fumetto tratta il personaggio di Barbara Gordon (figlia del commissario Gordon). È conosciuto come “donne nei frigoriferi” . Prende il nome dalla tendenza alquanto inquietante nei fumetti di trattare le donne come oggetti usa e getta che sono semplicemente importanti a causa del loro attaccamento a una figura maschile – figure che devono essere violate per dare agli eroi motivazioni per essere eroici o per dimostrare come possono essere più cattivi dei cattivi stessi. Il termine nasce da un numero di Lanterna verde in cui egli stesso trova la sua ragazza morta nel frigo per colpa di un nemico minore. Il suddetto nemico minore avrebbe in futuro tentato di uccidere la madre dell’eroe gettandola in un forno (non scherzo).

Qui il Joker paralizza Barbara Gordon e la fotografa nuda nel tentativo di avvicinare il padre per dimostrare la sua tesi. Barbara o Gordon non hanno un reale scopo, se non far partire un flashback. È piuttosto brutto vedere un tale cliché banale per un killer che vuole elevare l’omicidio in arte.

Mentre a Moore viene talvolta attribuito erroneamente il merito di aver definito il moderno Joker (come a Frank Miller viene talvolta erroneamente attribuito il merito di aver definito il moderno Batman), il personaggio è tornato alle sue radici come un pericoloso sociopatico come lo era stato circa dieci anni prima durante le run di O’Neill (come The Joker’s Five-Way Revenge ). Tuttavia, Moore definisce almeno questa incarnazione del personaggio. È difficile dire quale sia stata la cosa peggiore che il personaggio abbia mai fatto (ha fatto così tante cose), ma paralizzare Barbara “per dimostrare una Tesi”è dannatamente agghiacciante. Il fatto che regga un bicchiere di vino e sorrida lo rende ancora più inquietante.

Moore dà al personaggio un’origine – una decisione un po’ più controversa ripresa nel film The Dark Knight (ironico, dato che il film rimanda al passato della “multipla origine” ). Nella postfazione, Brian Bolland mette persino in discussione questa decisione e lo storpio di Barbara Gordon. Sia che apprezziate il tentativo di Moore di aggiungere pathos al Joker o credete che il cattivo sia nato da una natura inspiegabile, non si può negare che la storia abbia avuto molta influenza – a rischio di essere laici – perché è ben scritto e costruito con intelligenza. Anche coloro che non hanno mai preso in mano un fumetto hanno familiarità con l’origine, dato che ha costituito la base della genesi del personaggio in Batman di Burton. La scena mostrata sopra è piuttosto iconica e ritengo che la maggior parte delle persone che hanno familiarità con il personaggio l’abbiano già vista prima (anche se solo nelle ricerche su Google), così pervasiva è l’immagine del fumetto. I segugi delle curiosità noteranno che Moore sta effettivamente aggiornando l’origine del personaggio come è stato originariamente presentato nel 1951 ( The Man Behind The Red Hood ).

Ovviamente, Moore è troppo intelligente per dare a un personaggio iconico come il Joker un’origine semplice senza un sottotesto. Qui suggerisce (quasi fugacemente) che il personaggio stesso è eretidario – a volte come una setta, un concetto seguito da molti. È un concetto che Grant Morrison avrebbe probabilmente raccolto e sviluppato ulteriormente in Arkham Asylum . Così riesce ad averlo in ogni modo: conosci l’origine del personaggio e alla fine non sai nulla dell’origine del personaggio. Tutto allo stesso tempo.

Tuttavia, la cosa più interessante è che Moore va in qualche modo cercando di spiegare la nascita criminale del Joker. La sua spiegazione non è così complicata o new-age come quella proposta da Morrison. Invece, Moore aggiunge al personaggio una logica follia – sia letteralmente (Batman era lì alla sua creazione e sospetta che sarà lì alla morte del Joker – una profezia realizzata da Frank Miller, The Dark Knight Returns) e metaforicamente. Il Joker è tanto un prodotto della tragedia criminale quanto lo era Batman e cerca di dare un senso a ciò che gli è successo, come fa Batman. Ma, mentre Batman tiene dentro il dolore e lotta per tenere insieme la città come ha fatto con se stesso, il Joker cerca di giustificare la sua follia con una logica contorta. Una brutta giornata è tutto ciò che separa chiunque dalla pazzia, nella sua teoria. Nel suo mondo tutti sono contorti come lui, semplicemente non lo sanno.

Se questo suona familiare, è perché è alla base della filosofia del personaggio nel film The Dark Knight. C’è una voce ricorrente che afferma che Ledger ha letto il fumetto per aiutarlo a entrare nel personaggio, e sembra logico. I temi qui presentati si basano fortemente sull’adattamento del grande schermo (che ha preso in prestito in modo astuto elementi da una buona mezza dozzina di trame diverse).

Batman è in gran parte assente dalla storia, ma Moore gli offre un solido monologo di apertura che esamina la relazione tra i due nemici. Qui Moore afferma esplicitamente un’assunzione che è sempre più alla ribalta quando le azioni del pagliaccio sono diventate sempre più violente: prima o poi, uno di loro dovrà uccidere l’altro (ancora, questo tema verrà sfruttato da Frank Miller in Il ritorno del cavaliere oscuro). Moore non dipinge la dinamica tra i due come esplicitamente o implicitamente sessuale (come Kevin Smith, Grant Morrison e Frank Miller hanno fatto), ma invece come due anime perse costrette da altri (anche se rimangono incomprensibili per tutti) e uniti dalla follia e dalla tragedia. Il Joker deduce correttamente che Batman è vittima di una tragedia, ma – proprio come il suo passato – non può decidere quale.

 

Proprio come Watchmen (l’inevitabile confronto con qualsiasi opera di Alan Moore), il fumetto sottolinea la sua pazzia aderendo rigidamente a una struttura lineare della scena. Le scene sono attentamente coreografate e disposte in quadrati e rettangoli, con piccole variazioni di dimensioni. Non c’è alcun senso di mescolanza e confusione e certamente nessuna pagina iniziale. Moore affermerebbe che l’adozione di una struttura così rigida e standard è stata una scelta di design in Watchmen progettata per ricordare con fermezza al lettore che stanno leggendo un fumetto e in contrasto con i contenuti più sperimentali del fumetto, e trovo difficile credere che sia una coincidenza che ritroviamo qui lo stesso layout.

 

 

L’opera di Brian Bolland è stupefacente. Davvero. Potrebbe essere il miglior lavoro che ho visto su una storia di Batman. Il dettaglio è incredibile – non è difficile capire perché Bolland non è stato in grado di colorare il lavoro la prima volta. Questo non vuol dire che la colorazione originale dell’ultimo minuto fosse brutta. In realtà era abbastanza buona, ma Bolland era insoddisfatto del risultato. Quindi la nuova Deluxe Edition è stata ricolorata da Bolland ed è sorprendente. La maggior parte dei cambiamenti è sottile (la ricolorazione delle sequenze di flashback è bronzea, con solo un accenno di colore qua o là, o il riaccendersi del climax, o la rimozione dell’ovale giallo di Batman). Se riesci a ritirare l’edizione Deluxe, fallo. Il colore è stupefacente ed è davvero tra le migliori del lavoro mai realizzato.

È una storia ben raccontata con un disegno eccellente. Vorrei poter dire che Moore scrive Batman così come scrive Superman (come dimostra  Cosa accadde all’uomo del domani?), ma non lo fa. La trama è una storia sulle origini piuttosto semplice, ma analizzata attraverso il filtro unico di Moore. Sono quei piccoli tocchi di semplicità, così come uno sguardo abbastanza perspicace sulla psicologia del Joker, che rende questo fumetto degno di essere comprato, nel bene e nel male. Lo stesso Moore non è molto contento di come è uscito questo fumetto e, anche se ha ragione e non combacia con le storie più forti del grande pantheon del suo lavoro, ma non ha nulla di cui preoccuparsi. È una bella trama che fa molte domande sulla più interessante relazione eroe-cattivo nei fumetti.

Crisi sulle Terre Infinite – Retrorecensione e Retrospettiva

È interessante riflettere sulle novità che Crisis on Infinite Earths , più di un quarto di secolo dopo la pubblicazione della serie di dodici numeri, ha apportato al mondo del fumetto del genere. Da allora, sembra che lo scopo editoriale alla base dell’evento – il desiderio di “semplificare” la continuità intricata e incasinata della DC in una storia unica e unificata, abolendo la miriade di continuità alternative – sia stato in qualche modo annullato con il ritorno del multiverso in 52 e crisi finale, ma questo probabilmente consente all’epopea di Wolfman e Pérez di essere considerata per i suoi meriti. Anche se la serie potrebbe non essere così importante come una volta nello spiegare il modo a volte bizzarro in cui tutta la linea pubblicata di DC combaciava insieme, penso che si possa ancora vedere un’influenza enorme di questo crossover nelle storie che gli autori di DC raccontano, e come si avvicinano a loro.

Per essere completamente onesto, sono diffidente nei confronti del tipo di mandato editoriale che guida storie come questa. Dopotutto, ho sempre aderito all’idea che la rigida continuità che aziende come la DC e la Marvel sembrano aspirare possa servire da camicia di forza a scrittori e artisti. Credo che l’obiettivo della coerenza interna dovrebbe essere un secondo molto distante dall’obiettivo di raccontare una buona storia. In un certo senso Crisis on Infinite Earths ha  codificato l’idea di usare una storia come un modo per razionalizzare i cambiamenti editoriali in una linea di fumetti – in questo caso, DC voleva semplificare la loro continuità condivisa, quindi la storia era scritta attorno a quella.

Mentre penso che Wolfman faccia un ottimo lavoro riconciliando e raccontando una storia divertente con gli obiettivi editoriali stabiliti, non si può negare che Crisis on Infinite Earths si senta un po’ forzato – se non altro perché è impossibile spiegare tutti i cambiamenti che la DC voleva fare nella storia. In effetti, l’ultimo capitolo del fumetto ammette che molte delle modifiche saranno dettate al volo. “Ma che dire del futuro?” Chiede Lyla alla fine dell’avventura. “Quegli eventi divergenti che non sono stati spiegati? Il racconto completo verrà raccontato  un’altra volta, ma alcuni fatti sono noti. “

In effetti, da una prospettiva editoriale, Crisis on Infinite Earths ha  creato un bel casino. Mentre i personaggi più grandi continuavano abbastanza bene, l’evento creava una surreale confusione di continuità attorno al personaggio di Hawkman. A causa delle difficoltà nel risolvere chi era Hawkman ( umano? alieno? Poliziotto spaziale? Supereroe? Archeologo? ), a Grant Morrison fu impedito di usare il personaggio durante la sua celebre saga in Justice League. Allo stesso modo, la Legion of Superheroes è  diventata un vero casino, richiedendo un numero costante di rilanci,che solo con Geoff Johns verrà risolto in storie come Legion of 3 Worlds prima del rilancio con Flashpoint.

Tuttavia, penso che l’impatto duraturo di Crisis on Infinite Earths sia  stato il suggerimento che la direzione editoriale doveva applicare eventi specifici che alterano la continuità a livello generale. Quando Joe Quesada, ad esempio, credeva che ci fossero troppi mutanti nel suo universo immaginario, non credeva fosse sufficiente istruire i suoi scrittori a limitarne l’uso, o a smettere di crearne altri – ha fatto scrivere il crossover House of M per fornire una spiegazione nell’universo sul motivo per cui all’improvviso c’erano pochi mutanti. Invece di restituire i mutanti a uno status quo a cui Quesada sembrava aspirare, ha intrappolato la linea in una trama deprimente e nichilista (e talvolta non sensata) che sembrava continuare all’infinito.

Allo stesso modo, quando lo stesso editore suggerì che uno Spider-Man sposato era troppo lontano dalla sua idea del personaggio, insistette su una riscrittura che alterasse la continuità per “semplificare”  la storia del tessiragnatela, risultante nel pasticcio di One More Day . Ho sempre trovato ironico che apparentemente Spider-Man non possa divorziare da sua moglie perchè sarebbe troppo immorale per i bambini, ma va bene stipulare un accordo con il diavolo cedendo il suo matrimonio e l’amore della tua vita alla personificazione di Satana stesso. Penso che Crisis on Infinite Earths abbia reso possibili storie di questo tipo, creando l’illusione di una scorciatoia narrativa dove basta premere un gigantesco pulsante rosso di reset, diventando il modo predefinito di affrontare qualsiasi preoccupazione editoriale.

Vale la pena notare, in questo frangente, che Crisis on Infinite Earths non è stata davvero la prima storia del suo genere. Apparentemente gli uffici Marvel avevano sentito parlare dei piani del loro concorrente, e si precipitarono a creare la loro gigantesca maxi serie crossover per competere. Secret Wars è  stata la prima volta che tanti personaggi si sono uniti per raccontare una storia coesa, anche se mancava la raffinatezza e la giusta proporzione dell’universo di Marv Wolfman su Crisis on Infinite Earths. Tuttavia, ha fornito un’informazione assolutamente cruciale per l’industria dei fumetti e ha dimostrato perché questi tipi di eventi sono così popolari. In un memo ai colleghi scrittori, Wolfman è chiaro nel sottolineare che Secret Wars offre uno sguardo promettente sul futuro. “Anche se Marvel’s Secret Wars non è affatto simile a quello che stiamo facendo”, ha dichiarato, “siamo tutti molto familiari con l’aumento delle vendite di tutti i fumetti collegati”.

Ovviamente, Crisis on Infinite Earths ha  anche definito ciò che il pubblico si aspettava dai giganteschi crossover DC. Wolfman e Pérez realizzano la saga con uno scopo incredibilmente epico (a volte troppo epico), in cui non è il destino del mondo a essere in bilico. Nelle scene di apertura di Earth-3, Power Ring tenta di cogliere la natura della minaccia. “È più della natura, Power Ring,” insiste Ultra-Man. “È l’intero universo.”Scopriamo che è anche più grande di così. È ogni universo che sia mai esistito, qualsiasi universo che potesse esistere, ogni singolo momento nel tempo che è stato o che avrebbe potuto essere. Il crossover ha stabilito quella scala, e sembra che questo pericolo insondabile sia stato l’obiettivo di quasi tutti i principali crossover della DC pubblicati – con minacce a livello mondiale che formano la spina dorsale di Infinite Crisis , Final Crisis e persino di Flashpoint .

Sembrava anche impostare l’idea che questi giganteschi crossover dovessero avere “vittime” di alto profilo , con l’immagine di Superman che cullava il corpo di Supergirl, e di Flash che si dissolveva nel nulla, finendo quasi come iconiche istantanee di Crisis . Quindi Final Crisis avrebbe sacrificato Batman, Civil War avrebbe portato a The Death of Captain America , Fear Itself avrebbe visto morire sia Thor che Bucky, Secret Invasion avrebbe ucciso Wasp, Siege ha visto il nobile sacrificio di Loki. La maggior parte di questi eventi, ovviamente, sarebbe stata rielaborata dopo – anzi, Jeff Loeb avrebbe persino reintrodotto una nuova versione di Supergirl in uno dei suoi archi di Superman / Batman – ma sembrava che per un evento avesse un impatto, richiedeva una significativa perdita della vita. In effetti, è stato più sorprendente quando un evento è trascorso senza grandi perdite.

Su scala più piccola, tuttavia, è stato interessante leggere Crisis on Infinite Earths dopo anni di questo tipo di fumetti. Oltre all’impatto che aveva avuto sulla codifica di ciò che le compagnie e i fan si aspettavano da grandi eventi come questo, si può anche vedere dall’enorme impatto dell’evento sull’attuale stato di scrittori della compagnia, e quanto profondamente li abbia influenzati. In effetti, la Final Crisis di Grant Morrison  sembra più un reggilettere in confronto a questo gigantesco evento, che rivisita molti degli stessi personaggi e tenta di catturare lo stesso tipo di scopo: disegnare personaggi dimenticati come Kamandi e dargli una missione.

Oltre a ciò, tuttavia, si può percepire un’influenza molto maggiore sullo scrittore Geoff Johns. Naturalmente, sembra che Wolfman abbia avuto una certa influenza su Johns. Dopo tutto, entrambi gli scrittori sono saliti alla ribalta con il loro lavoro sulla prossima generazione di supereroi di DC. Wolfman si è fatto un nome dietro The New Teen Titans e Teen Titans che è stato uno dei titoli che ha aiutato a affermare Johns. Anche l’inclusione di Cyborg nella Justice League di Johns potrebbe essere letta come un affettuoso omaggio a Wolfman, il creatore del personaggio.

 Sembra che Johns sia stato ampiamente forgiato da Crisis on Infinite Earths , ancor più di qualunque altro suo contemporaneo e molto più del suo lavoro sul sequel Infinite Crisis . Fu Johns a reintrodurre l’Anti-Monitor, descritto in Crisis on Infinite Earths: The Compendium come “il più grande, cattivo della DC” , nell’universo condiviso in Sinestro Corps War , e ci tornò sia in Blackest Night che in Brightest Day . È difficile non vedere l’uso dei Qwardiani come schiavi sotto il comando di maestri brutali (e assassini) in Sinestro Corps War  come qualcosa di diverso dall’omaggio del lavoro di Pérez e Wolfman.

                                                                                                                                               

In effetti, si possono vedere molte opere di Green Lantern di Johns profondamente radicate in Crisis on Infinite Earths . La sceneggiatura di Wolfman fissa il multiverso alle azioni di Krona, il Mad Guardian, e la sua sceneggiatura presenta i Guardiani come impotenti di fronte a questa catastrofe. È un ritratto che Johns avrebbe preso in prestito e molto ampliato – suggerendo che i piccoli antichi alieni blu erano responsabili di gran parte della carneficina e dei danni che tentavano di risolvere.

Anche la connessione tra Bruce Wayne e Barry Allen, che Johns avrebbe usato per creare il nucleo di Flashpoint , si può dire che abbia origine qui. Dopotutto, questa Crisi sulle Terre Infinite si apre con Barry Allen che sembra mettere in guardia Bruce sull’imminente disastro, mentre in Flashpoint Johns  chiude l’ universo post- Crisi con una conversazione sincera tra i due personaggi nella Batcaverna. È facile parlare dell’imponente impatto di continuità, ma probabilmente ha avuto un impatto più profondo sugli scrittori che sarebbero cresciuti leggendolo.

Ma basta l’impatto di Crisis on Infinite Earths  e gli innumerevoli modi in cui questo enorme arco narrativo continua a diffondersi nell’universo DC ancora oggi.  Ma continua a intrattenere ancora oggi? Dopo tutto, Crisis on Infinite Earths è in gran parte degno di nota per essere la prima storia a fumetti a raggiungere quel tipo di popolarità, ma la reputazione è guadagnata? È una buona lettura ed è divertente oltre a questo?

A dire il  vero , Crisis on Infinite Earths è un po’ un miscuglio. L’arte di Pérez è assolutamente mozzafiato e completamente meritevole nel complesso. L’artista è il maestro delle scene della folla, che riunisce moltitudini di personaggi iconici insieme nel mezzo dell’azione, senza mai sacrificare alcuna sfumatura o dettaglio delle sue immagini. Gli stessi aspetti dell’approccio di Pérez che hanno reso JLA / Avengers così perfettamente adatto a questo formato enormemente sovradimensionato sono qui solo moltiplicati. Qualunque difficoltà di trama e di ritmo che Wolfman può affrontare, non è mai deluso dalle scene di Pérez.

E la sceneggiatura di Wolfman è abbastanza intelligente. Devo ammettere che mi piacciono molte delle idee che Wolfman propone qui sul piano sinistro di distruggere universi multipli – in particolare il forte aspetto metaforico che si insinua nella storia. Dopo tutto, la fine dell’universo è raffigurata come uno spazio bianco vuoto – letteralmente “bianco” nella pagina. Quei personaggi catturati in questo “spazio bianco” vengono prima derubati di uno sfondo, quindi resi come schizzi e poi come … niente. È un bel modo di illustrare il fatto che DC usa la miniserie per cancellare varie complicazioni e aspetti intricati della loro continuità. Sembra che il fumetto sia letteralmente disfatto proprio davanti ai nostri occhi.

È appropriato che Wolfman utilizzi Superman come nucleo di questa storia. Dopotutto, Superman è il vero cuore della DC. L’unico altro supereroe che può davvero competere con l’iconografia del personaggio è Batman, ma Wolfman pone Bruce direttamente ai margini dell’evento.

Inoltre, Wolfman suggerisce qualcosa aprendo l’evento con un replay dell’origine iconica di Superman, mentre uno scienziato disperato su un mondo morente pianifica di salvare la vita di suo figlio mettendolo in “un prototipo, grande abbastanza per un solo essere vivente. “ . Questo però è il figlio di Lex Luthor, Alexander Luthor di Earth-3. “Moriremo”,proclama Lex,  “ma nostro figlio vivrà.” . Legare Luthor (anche un Luthor alternativo) a Superman è un potente pezzo di simmetria, una sorta di chiusura del cerchio, che mi ricorda la fine di Red Son di Mark Millar.

La conclusione di Wolfman sembra una perfetta conclusione per quella versione dell’universo DC, anche se potrebbe considerarsi un risultato. È difficile esprimere quanti personaggi riesce a stipare, tirandoli fuori da tutti gli angoli del pantheon DC. Include i contributi di Kirby all’universo DC con personaggi del calibro di  Arthuro, Kamandi e persino i Nuovi Dei. Si assicura che i personaggi dell’universo Charlton Comics di Steve Ditko  sopravvivano alla crisi, dando a Blue Beetle un ruolo significativo negli eventi. Anche gli eroi di guerra e i personaggi del Selvaggio West hanno un loro cameo.

Questa scala epica consente a Wolfman di creare l’impressione di una realtà che collassa su se stessa. Non penso di aver mai visto una storia di fumetti su questa scala, nemmeno l’ambiziosa Crisi Finale di Morrison. Questo epico senso di scala compromette l’evento stesso, almeno per alcuni aspetti. Francamente, molti personaggi si perdono nella mischia, specialmente quelli che dovrebbero essere importanti. Nonostante la perdita di Supergirl, la morte del Flash è forse la più grande morte di qualsiasi personaggio in questo crossover, mentre si sacrifica per distruggere la macchina dell’Anti-Monitor. Wolfman e Pérez prefigurano pesantemente questo nobile sacrificio di sé, quindi non sembra una sorpresa. Barry Allen era stato posizionato, dopo The Trial of the Flash di Cary Bates , come un reietto e un fallimento. Questo grande momento nel cuore di Crisis on Infinite Earths dovrebbe sentirsi come una conclusione a quel grande arco – la prova che, nonostante i sobbalzi lungo la strada, Barry Allen è un eroe tutto e per tutto.

Sfortunatamente, non c’è alcun senso di personalizzazione del personaggio all’interno del fumetto stesso. Barry si sente (nella migliore delle ipotesi) secondario per la maggior parte delle sue apparizioni. Blue Beetle è considerato un personaggio più importante, con una maggiore caratterizzazione, rispetto a Barry stesso. Il pubblico dovrebbe essere colpito dalla morte di Barry, sentendolo come la conclusione inevitabilmente tragica. Invece, sembra solo un punto della trama all’interno di un enorme evento cosmico. Questo è un grosso problema per Barry Allen a causa della sua importanza per la trama, ma non è l’unico posto in cui la caratterizzazione si perde nella mescolanza di questi giganteschi eventi che alterano il mondo.

Non c’è spazio per la caratterizzazione, ei personaggi sono per lo più ridotti a tic verbali superficiali. Dato il tempo limitato del fumetto riservato ai personaggi secondari, anche i nuovi personaggi introdotti durante l’evento, il nuovo Wildcat e il nuovo dottor Light, si sentono poco più che ruvidi schizzi invece di personaggi ben formati.

Nel tentativo di creare un senso di emozione tra questi grandi eventi, la scrittura di Wolfman si sente un po’ eccessivamente melodrammatica. Nel mezzo della saga, mi sono trovato sempre più frustrato dai proclami morenti di “amore”  e pseudo-caratterizzazione dall’angosciosa follia. In effetti, anche l’arco centrale del personaggio del Dr. Light viene gestito in modo rapido, con il suo cambiamento  in una singola riga.

In difesa della scrittura di Wolfman, sarebbe difficile ottenere troppa caratterizzazione in una storia così grande. E, ad essere sinceri, la sua scrittura è straordinariamente abile. Non ho un grado assurdo di conoscenza dei personaggi DC, quindi molti dei cattivi e degli eroi che appaiono qui potrebbero essere scappati sotto il mio radar. Wolfman fa un lavoro esemplare assicurandosi che il lettore sappia chi è ciascun personaggio e – dove applicabile – quali sono le sue motivazioni. Probabilmente si tratta di una gestione più di continuità rispetto alla scrittura creativa, ma molti scrittori moderni potrebbero imparare da Wolfman.

Ci sono anche alcuni problemi di trama fondamentali. Per la maggior parte dei suoi dodici numeri, la serie progredisce piuttosto logicamente e sensibilmente per essere un racconto di genere supereroistico. Una o due volte, tuttavia, la trama prende una strana deviazione che getta via il ritmo, con alcuni punti della trama gettati solo perché sembrano obbligatori nei crossover dei fumetti. Ad esempio, mentre la battaglia contro l’Anti-Monitor imperversa, l’uso dello PsychoPirata si sente come se stesse semplicemente mangiando spazio e inserendo quel tipo di battaglie tra supereroi che sono abbastanza comuni in qualsiasi altro fumetto.

Un po’ più surreale è un bizzarro intervento di Lex Luthor e Brainiac dopo che l’Anti-Monitor è stato respinto per la prima volta. Si tratta di una scusa per una battaglia su supereroi contro i supercattivi su larga scala, il tipo di azione che la serie aveva evitato per lo più fino a quel punto (e avrebbe evitato in seguito). Sembra quasi che il lettore stia leggendo un fumetto incastrato nella serie principale di dodici numeri, anche con il peggior cliffhanger è con Psi-mon che attacca Luthor e Brainiac. Sospetto che questi eventi siano stati inseriti solo perché è bello vedere Pérez che illustra questi tipi di scontri.

In effetti, Wolfman approfitta effettivamente dell’opportunità di lanciare scherzosamente Crisis su Infinite Earths in un tono quasi biblico. L’Anti-Monitor è la fine di tutte le cose, l’ultimo male, il fuoco nucleare sempre acceso, lo spazio bianco, ma è anche presentato come qualcosa di simile al più classico dei miti contro il male. Harbinger descrive l’anti-monitor come “il serpente in questo eden” , forse un’analogia appropriata in cui la mela rappresenta la conoscenza.

Crisis on Infinite Earths  è una storia molto più forte di quanto mi aspettassi ad essere completamente onesto. Certo, ci sono alcuni problemi, ma Wolfman gestisce un compito quasi impossibile con notevole abilità e grazia. Si sente epico in un modo che altri pochissimi eventi fumettistici possono realmente corrispondere, anche nei quasi tre decenni successivi. Vale la pena leggere per coloro che sono interessati all’universo immaginario condiviso, con le dovute precauzioni .

The Absolute Crisis on Infinite Earths  rappresenta facilmente il modo migliore per leggere la storia. Come accennato, l’arte di Pérez sembra assolutamente superba, ma DC l’ha anche confezionata con un intero libro pieno di informazioni dietro le quinte su come un evento di questa portata è stato organizzato e legato insieme. Include anche un riassunto di tutti i libri di tie-in di Crisis on Infinite Earth , che sono piuttosto interessanti.

Crisis on Infinite Earths ha avuto un impatto enorme sul rilascio, ma non vale la pena leggerlo solo per l’impatto che ha avuto sulla continuità dei fumetti DC. Invece, vale la pena leggere il progetto per le grandi  storie di “eventi” , guardando Wolfman e Pérez mettere insieme il regolamento mentre procedevano. La storia stessa potrebbe sembrare un po’ goffa in alcuni punti, ma non si può negare che ha dato i suoi frutti.

Batman – Endgame di Scott Snyder e Greg Capullo (Recensione)

Scott Snyder e Greg Capullo presentano Batman in uno stato costante di apocalisse.

Il duo ha riportato Batman ad essere nuovamente un fumetto di successo, al punto che sembra che Batman fissi la fine di tutte le saghe più spesso del resto dei supereroi (soprattutto sulla Justice League di Geoff Johns) Tutte le storie principali di Snyder e Capullo hanno collocato Gotham City sull’orlo dell’abisso, barcollando (e persino cadendo) nell’oscurità. È in netto contrasto con le minacce create da Snyder su The Black Mirror , un’affettività molto consapevole per riflettere il fatto che Batman è uno dei titoli di maggior successo del settore dei fumetti.

Riportando le risate ...

In The Court of Owls , Gotham si trova sottoposto a una lunga notte di terrore da un esercito di non morti assassini. In Death of the Family , il Joker si fa strada attraverso la città. Nell’Anno Zero, l’origine di Batman è legata a un disastro su vasta scala in stile No Man’s Land . Anche al di fuori del suo lavoro sul titolo principale, il ruolo di Snyder come “produttore esecutivo” di Batman Eternal vide l’ennesima apocalisse su Gotham in un tempo relativamente breve. Diventa estenuante dopo un po’.

Per essere onesti, è ragionevole chiedersi se questo è solo parte di un contesto culturale più ampio. La cultura pop è sempre stata affascinata dalla fine del mondo, ma sembra sempre più fissata sul concetto negli ultimi anni. La popolarità del genere zombie è solo un esempio, ma qualsiasi lista di arte critica e commercialmente vincente nel ventunesimo secolo affronterà il lettore con molteplici fini di tutte le cose. The Walking Dead , The Road , Mad Max: Fury Road , Jericho , Revolution , Book of Eli , e così via.

"Hm. Forse dovremmo prendere in considerazione la consulenza ...?"

Tuttavia, la cultura popolare non è solo affascinata dall’orrore post -apocalittico. Sempre più spesso, i media si impegnano con la domanda su come sarà la fine del mondo, piuttosto che sulla questione di come potremmo sopravvivere. Fear the Walking Dead descrive la fine del mondo che ha portato alla sua serie principale. Chris Carter ha rianimato X-Files in modo che l’episodio finale potesse raffigurare la fine del mondo come prefigurata durante le originali nove stagioni. Con i progressi della CGI, blockbuster come The Avengers e Man of Steel possono rendere la distruzione su una scala impossibile.

Come tale, Scott Snyder e il fascino ricorrente di Greg Capullo per la fine di tutte le cose esiste come parte di un più ampio contesto culturale. Tuttavia, lo scrittore e l’artista sembrano posizionare Endgame come l’apocalisse definitiva per i suoi due personaggi centrali.

Bruciare la casa ...

Endgame parla molto della fine di Batman. Non la morte, necessaria, ma il punto in cui Batman finisce. Scott Snyder lo chiarisce in molti modi diversi, basandosi sul suo uso del simbolismo e delle immagini per rafforzare il tema nel corso dell’arco di sei numeri.

Bruce si trova di fronte alla sua fine più e più volte. I particolari non sono importanti. Tutto ciò che conta è che arriverà un punto in cui Bruce Wayne morirà. (Anche se sembra inevitabile che Batman sopravviva).

Gordon ha un'ascia per macinare ...

Questa è la tesi centrale di Endgame , come delineato nelle pagine finali. Come con molti lavori di Snyder sul personaggio, Endgame gioca con temi che Grant Morrison ha esplorato durante il suo lungo periodo di otto anni sul titolo. Mentre Morrison insisteva nel dire che Batman (e Bruce Wayne) sarebbero vissuti per sempre, tornando inevitabilmente al punto in cui aveva iniziato come parte di un più ampio ciclo mitico, Snyder rifiuta questa lettura di Batman. Mentre Snyder enfatizza l’iconografia e le immagini associate a Batman, sottolinea che Bruce è solo un uomo.

Inoltre, la mortalità di Bruce fa parte dell’appello di Snyder. Nel monologo  conclusivo della storia, Alfred riflette: “Batman potrebbe vivere per sempre. Poteva scappare. Ma lui no. Muore, proprio come tutti noi, anche se non è necessario. “ Secondo Snyder, questo è ciò che rende Bruce così avvincente e così unico. Bruce vive in un mondo con alieni e maghi.

La tensione è attraverso il tetto ...

La sceneggiatura di Snyder al numero finale lo rende ancora più esplicito. Delineando il suo piano per l’ultima pagina, Snyder suggerisce che in origine Bruce avrebbe scritto una nota a Julia spiegandole il tema della storia:

Oltre a questo, narrerò le ultime parole di Batman a Julia dalla caverna. Lui le dirà di no. Aveva molte opportunità di prendere alcune cose che lo avrebbero reso immortale. O renderlo più di un uomo. E lo ha quasi fatto un paio di volte. Ma il fatto è che sapeva sempre, in fondo, che ciò che rendeva speciale Batman era che lui era uno di noi.

Ciò fornisce forse il contrasto centrale tra Batman e il Joker in Endgame . Ci sono diversi modi in cui Batman e il Joker possono essere confrontati e contrastati, ma Endgame posiziona l’accettazione di Bruce Wayne della sua mortalità con l’ostinata insistenza del Joker sulla sua trascendenza. Endgame trova il Joker presentarsi come una forza mitica, come qualcosa di più di un super criminale psicotico. Il Joker cerca di trasformarsi in qualcosa di più di un semplice uomo.

In molti modi, i tentativi del Joker di costruire una mitologia intorno a sé forniscono uno specchio nitido ai tentativi di fare qualcosa di simile con Batman, in particolare in The Return of Bruce Wayne di Grant Morrison . Mentre Morrison (riprendendo un precedente lavoro di Peter Milligan) ha suggerito che il Batman era una forza primitiva che perseguitava Gotham molto prima dell’omicidio di Thomas e Martha Wayne, il Joker cospira a gettarsi come una forza equivalente. Il Joker si reinventa come “l’uomo pallido” o “l’uomo dionisiaco di Gotham”.

                                                   Gotham è a pezzi ...

Questi tentativi di costruire una mitologia sono seminati nel corso della storia principale, con il Joker che appare in vecchie fotografie e suggerisce una lunga associazione con Gotham risalente ai coloni europei e ai Miagani . Sono rinforzati attraverso le storie di back-up scritte da James Tynion IV, in cui viene esplorato il dono del Joker per la reinvenzione. Mahreen Zaheer ascolta le storie alternative del Joker, raccontate da cinque detenuti di Arkham, scoprendo contrazioni e impossibilità mentre il Joker cerca di “modellare la sua storia”.

Il Joker tenta di costruire la sua storia soprannaturale in queste storie di supporto. Forse la più memorabile di queste storie riguarda un clown viaggiante assassinato dai cittadini all’inizio della storia della città. Il pagliaccio è stato bruciato vivo e la città ha coperto i suoi crimini nel modo in cui le città tendono a coprire i loro crimini nel folklore. Hanno anche “venduto la terra a qualche compagnia chimica” , suggerendo che il Joker potrebbe avere un legame metafisico più profondo con la Ace Chemical, un luogo con le sue stesse associazioni mitiche. Bruce identifica è come il luogo “dove tutto ha avuto inizio”.

                                                        Uomo o mostro ...

Questo ritratto del Joker con una storia posteriore malleabile non è una novità, anche se Endgame suggerisce una storia molto più ampia ed epica della maggior parte delle potenziali origini del Principe del crimine. Snyder e Capullo sono piuttosto provocatori, con  Endgame che si impegna pesantemente all’idea di una forza primordiale e mitica prima di ritirarsi nel numero finale della storia. Come in molti casi, Snyder e Capullo hanno la sensazione di essere iconoclasta, sfruttando il potenziale del riavvio per stuzzicare trame che prima non sarebbero state realizzabili.

Dopo tutto, The Court of Owls è una storia che tratta in gran parte lo sfruttamento delle lacune nella continuità creata da Flashpoint . L’idea che Bruce Wayne avrebbe potuto avere un fratello segreto sarebbe stata ridicola prima del riavvio, ma il ripristino della continuità ha messo molte opzioni sul tavolo. Raccontare una storia originaria di Batman in continuità mentre l’ Anno Uno esisteva sarebbe stato impensabile, ma il reboot rese possibile l’ Anno Zero . Allo stesso modo, l’idea del Joker come forza totemica è qualcosa che sembra un po’ meno ridicola nella moderna continuità.

È saltato fuori dal nulla.

Il Joker lo riconosce persino nel suo confronto con Batman. “Se solo avessi conosciuto meglio la tua città!” Scherza il Joker, riprendendo l’idea che la Corte dei Gufi sia stata in grado di scivolare tra le pieghe di Gotham. “Se solo tu fossi il Bat-King di cui avevi bisogno!” Tuttavia, mentre Snyder e Capullo hanno già giocato questa ambiguità, ci si allontanano alla fine di Endgame . L’ultima parte suggerisce che il Joker non è una forza primordiale di Gotham, ma sta invece bluffando. Lui è il Joker, per essere onesti.

In effetti, la trama deve un debito considerevole ad Alan Moore e al lavoro di Brian Bolland su The Killing Joke , come riconosce Tynion nei suoi backup. Discutendo della sua storia, il Joker confessa: “Preferisco non pensarla come una scelta multipla … è più scegliere la propria avventura.” Questo è un riff piuttosto consapevole forse la linea più memorabile e iconica del personaggio in tutti i suoi settanta anni di storia, una che arriva con una piccola quantità di ironia dato che è apparso alla fine di un romanzo grafico incentrato su una sola storia d’origine. Endgame è in ultima analisi conservatore.

                                                        Hanno una grande chimica insieme ...

Poi di nuovo, tutto questo ha uno scopo molto chiaro. I tentativi del Joker di modellare la propria mitologia e di elevarsi oltre la semplice mortalità sono ritratti come grotteschi e orribili, uno scherzo cupo. Questi sforzi sono in netto contrasto con l’accettazione da parte di Bruce Wayne del suo posto di uomo mortale. Endgame sembra suggerire che Batman sia solo un uomo, al di sotto di tutto. Batman non è un costrutto mitico che si è annidato a Gotham in attesa di manifestarsi. Batman è finito, almeno in questa incarnazione.

Quindi, abbastanza appropriatamente, c’è una nota di finalità per Endgame . Snyder e Capullo rimarranno su Batman per un altro anno dopo questa storia, e vedranno Bruce tornare a reclamare il cappuccio che lascia qui. Tuttavia, è chiaro che la coppia vede Endgame come una conclusione per il personaggio. In effetti, Snyder e Capullo applicano con attenzione anche la simmetria, quasi a voler dire che tutto è arrivato al punto di partenza e alcuni temi chiave sono stati risolti.

Endgame trova Bruce che contempla la sua morte. In effetti, la sceneggiatura di Snyder suscita persino l’idea che Batman sia stata una specie di morte vivente per Bruce. L’ultima volta che Bruce si sentiva veramente mortale, suggerisce Snyder, era al momento prima di entrare in contatto con l’oscurità che avrebbe generato Batman. “L’ultima volta che ricordo di aver creduto – credendo davvero – stavo per morire, avevo tredici anni, cadendo nell’oscurità della caverna” , riflette. È un sentimento che suggerisce forse che Batman fosse un sogno febbricitante, un respiro prolungato in quel tuffo nell’oscurità.

Pooling risorse.

In effetti, questo sottolinea l’ironia nel cuore di Endgame . L’arco successivo di Snyder e Capullo, Superheavy , suggerisce che la morte di Batman permetta la resurrezione di Bruce Wayne. Forse la vita e la morte esistono in un equilibrio più delicato per Batman. Forse Batman ha sempre rappresentato la morte di Bruce Wayne, nato dalla perdita apocalittica di Thomas e Martha Wayne. In quanto tale, la morte di Batman rappresenta una svolta della ruota proverbiale? La morte e la fine di Batman permettono a Bruce Wayne di rivivere?

Per essere giusti, i cicli mitici spesso seguono la morte con una forma di rinascita. La morte di Batman in Endgame porta infine a due nascite separate, la resurrezione di Bruce Wayne e una nuova forma di Batman. Questo è vero anche per le storie sull’apocalisse e la fine del mondo. Per definizione, le narrazioni post-apocalittiche si concentrano sulle vite dopo la fine di tutte le cose. La maggior parte degli insegnamenti religiosi sulla fine del mondo presuppongono l’esistenza di qualche forma di vita al di là di ciò che finisce. Tuttavia, anche ammettendo ciò, Endgame è positivamente apocalittico nel tono e nelle immagini.

Che cazzo.

Batman ha affrontato la fine del mondo prima, in molti modi diversi in molte storie diverse. Nel corso di Endgame , Snyder e Capullo alludono a un bel po ‘di quelle storie. Endgame scopre che il mondo di Batman crolla intorno a lui. Una tossina virale del Joker attraversa Gotham, come nel triste futuro di Batman Incorporated . Joker e Batman sono bloccati insieme in una fatale lotta in un tunnel, come in The Dark Knight Returns . (A un certo punto, Snyder  sembra proprio voler evocare il classico di Frank Miller.)

Le immagini del giorno del giudizio pervadono Endgame . Batman si trova di fronte a un’apocalisse di zombi che è appena stata proiettata nell’immagine del Joker. Le opere di Capullo evocano classici dell’orrore come La notte dei morti viventi nel suo ritratto di una città trasformata dall’apocalisse virale, Jim Gordon si nasconde in una casa con le finestre sbarrate mentre Batman corre nei corridoi di un ospedale che si dice infestato. I cittadini trasformati vagano per la strada, quasi selvaggi. La Justice League è fuori combattimento e Gotham brucia.

Endgame segnala il suo fascino per il giorno del giudizio dalle sue pagine iniziali. Il monologo introduttivo di Bruce parla dell’apocalisse evitata durante Zero Year . Quando Bruce viene attaccato dalla Justice League, mette in atto “Plan Fenrir”. In modo abbastanza appropriato, il suo protocollo difensivo prende il nome da un pezzo di mitologia nordica legato a Ragnarok. Fenrir è il lupo predetto per uccidere Odino durante la fine del mondo, adattandosi alle immagini di un arco che vede bruciare Gotham e tutto diventa cenere.

Allo stesso tempo, c’è qualcosa di abbastanza drenante in tutto questo. Come supervisionato da Scott Snyder e Greg Capullo, Batman sembra essere stato bloccato in una costante e perenne apocalisse. Escludendo le brevi storie in una o due parti che scandiscono la corsa, sembra che Batman guardi costantemente verso il basso la fine della vita a Gotham in una forma o nell’altra. Snyder e Capullo posizionano Batman come una vera e propria Lega della giustizia, con il primo capitolo di Endgame che rende il confronto piuttosto letterale.

La Corte dei gufi ha spazzato via la maggior parte delle infrastrutture della città come parte del crossover Night of the Owls . Il Joker ha cercato di avvelenare il serbatoio in Death of the Family . L’Enigmista ha riportato la città all’età della pietra in Zero Year . Sembra che Gotham abbia sopportato più eventi cataclismatici nel corso di Batman Eternal . Dall’inizio della “nuova 52” , sotto la penna di Scott Snyder, sembra che ogni giorno sia il giorno del giudizio a Gotham; la città è più volte ribaltata dagli orrori sulla scala di The Dark Knight Rises o No Man’s Land .

Per essere onesti, questo non è irragionevole nella continuità dei fumetti. Alla fine degli anni ’90 Gotham rimbalzò da Contagion a Cataclysm fino a No Man’s Land . Inoltre, Snyder e Capullo sembrano aver posizionato Batman tra i “blockbuster” del settore , una scelta che giustifica il senso delle storie. Più precisamente, la natura estesa di The Court of Owls e Zero Year consente a un po’ più di spazio affinché le sfide aumentino gradualmente man mano che le storie progrediscono.

                                                   Tenendolo a portata di mano ...

Quindi, di nuovo, questo probabilmente riflette la modalità predefinita delle storie dei supereroi moderni, in cui le minacce aumentano costantemente. Non basta più fermare un rapinatore di banche o un ostaggio. Come gli eroi sembrano crescere di statura, così devono fare le minacce che devono affrontare. I cattivi ora possono minacciare il tessuto della realtà stessa. Anche all’interno di Endgame , il Joker è elevato a una credibile minaccia per l’intera Justice League e capace di intrufolarsi tra tutti i trofei (tra cui un gigantesco penny e un dinosauro robotico ) della Batcaverna prima che Batman possa tornare a catturarlo.

Per essere onesti, questo non è un problema limitato solo alla narrativa dei supereroi. Blockbuster simile è diventato fisso sulla scala di devastazione che può essere resa sullo schermo, da film catastrofici come The Day After Tomorrow a franchise di fantascienza come Transformers . È interessante chiedersi da dove sia venuta questa fissazione su scala apocalittica. E’ un riflesso delle ansie culturali contemporanee, una sorta di impulso di morte subconscio proiettato sullo schermo? Oppure i progressi nella tecnologia CGI hanno semplicemente reso più facile (e più comune) il rendering di tali orrori?

                                                   Una trama di fiala.

Certamente, il tenore apocalittico di Snyder e Capullo nella corsa di Batman non è unico nel più ampio contesto della cultura popolare. Non è nemmeno unico nel più ampio contesto dei miti di Batman . Le vibrazioni apocalittiche che attraversano Endgame e Zero Year non sono troppo lontane da quelle che attraversano il climax di Batman & Robin o Batman Incorporated di Grant Morrison , per non parlare delle classiche storie di Batman come The Dark Knight Returns o Knightfall o No Man’s Land .

Ciò che è unico è la frequenza e l’intensità di quell’immaginario apocalittico. Per Grant Morrison, la minaccia a Gotham si manifestò al culmine del secondo e del terzo atto della sua epica storia di Batman , con tanto spazio nel mezzo. Knightfall e No Man’s Land erano distanziati da circa cinque anni, il che significava che c’era molto tempo per le avventure in mezzo. Mentre Snyder e Capullo hanno realizzato un paio di storie più piccole, la maggior parte della loro corsa è composta da narrazioni epiche che hanno costruito questo tipo di minaccia.

Per essere onesti, Snyder e Capullo lavorano duramente per rendere la fine del mondo in Endgame diversa dalla fine del mondo in Zero Year . Mentre Zero Year è sempre stata una grande storia di supereroi di grande successo, Endgame è costantemente incorniciato da un orrore psicologico inquietante. Il tono della storia è consciamente malata. Sembra che persino la logica della storia che Bruce Wayne dà per scontata sia stata erosa e corrotta.Inoltre, non sembra che sia passato molto tempo da quando Snyder e Capullo hanno fatto la loro ultima grande storia di Joker in Death of the Family . Il Joker non è andato via abbastanza a lungo per un ritorno in Endgame per sentirsi del tutto giustificato. Per essere onesti, è passato un anno e mezzo tra il numero finale di Death of the Family e il primo numero di Endgame ; tuttavia, un anno intero di quello è stato ripreso con la storia dell’Anno Zero che è accaduto per caratterizzare un proto-Joker come uno dei suoi personaggi principali.

Affronta ...

Endgame è una storia di Batman intelligente e affascinante che rivela molto di come Scott Snyder e Greg Capullo vedono il loro protagonista. Sfortunatamente, non ha l’impatto che avrebbe potuto avere se questa minaccia fosse stata più di un altro giorno a Gotham.

 

In italia è stato pubblicato dal numero 37 al 42 di Batman col titolo “Gioco Finale” edito da Rw Lion.