DAVID LLOYD TORNA A MESSINA – COME ADERIRE AL FIRMACOPIE ESCLUSIVO

Tirate fuori le maschere di Guy Fawkes! A Messina ritorna come ospite internazionale David Lloyd in due

date da segnarsi sul calendario! L’evento a cura di Stretto Crea in collaborazione con la Fumetteria La

Torre Nera, patrocinata dall’ Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Messina rientra nel

calendario di eventi che portarà all’evento MessinaCon del 2 e 3 Settembre.

David Lloyd è l’uomo che ci ha donato il successo mondiale V for Vendetta, realizzato con lo scrittore Alan

Moore.

Il suo lavoro può essere osservato anche tramite le serie: Hellblazer, Aliens, Global Frequency e War

Stories. Una rielaborazione retrospettiva delle sue storie, Materia Oscura, è la sua pubblicazione più

recente, mentre la sua acclamata graphic novel sul crimine, Kickback, pubblicata da Sequential, è pronta

per la lettura digitale, con tutti i contenuti extra disponibili.

Attualmente edita e pubblica l’innovativa rivista d’arte sui fumetti del cyberspazio: Aces Weekly

(www.acesweekly.co.uk), in collaborazione con i migliori talenti di tutto il mondo.

Ulteriori informazioni sui progetti passati e presenti di David, possono essere trovati su

www.lforlloyd.com, su Deviantart.com e sulla sua pagina Facebook.

Le date:

30 Giugno – Chiesa di Santa Maria Alemanna – dalle ore 17:30 alle 19:30

1 Luglio – Officina del Sole dalle ore 18 alle ore 20

COME ADERIRE AL FIRMACOPIE

Per partecipare, acquista il volume V for Vendetta, presso la Fumetteria La Torre Nera (puoi scegliere se

venire in negozio, acquistare sul sito o direttamente sul posto), a Messina e ritira il pass* che ti darà

accesso prioritario al firmacopie.

Se hai invece acquistato il volume ai seguenti link:

V FOR VENDETTA – DC ABSOLUTE – PANINI

V FOR VENDTTA – DC BLACK LABEL – PANINI

e vuoi partecipare al firmacopie, presentati nelle date sopra indicate, con il volume e mostrando la tua

prova di acquisto. Per coloro che non possono presentarsi fisicamente all’evento, basterà che ci mandi una mail a info@latorrenera.net dopo l’acquisto specificando a chi deve essere dedicato il volume

*1 pass per ogni copia acquistata, fino ad esaurimento delle copie disponibili. Le copie sprovviste di pass

Torre Nera non verranno prese in considerazione.”

Fascisti SU TINDER: incontro con Daniele Fabbri alla Torre Nera

Giovedi 23 Maggio, dalle 17:30 nei locali della Torre Nera ci sarà ospite Daniele Fabbri autore di “Fascisti su Tinder“.

FASCISTI SU TINDER è l’ottavo monologo satirico di Daniele Fabbri, pioniere della Standup Comedy in Italia, scrittore satirico e fumettista. Nel 2016 il suo fumetto “Quando C’era LVI” balza agli onori della cronaca nazionale per un agguato ricevuto da parte di esponenti di spicco di un partito neofascista.

DANIELE FABBRI, classe 82, lavora da oltre 10 anni con la satira e la comicità in ogni sua forma. Oltre alle esperienze in televisione come attore, autore e comedian (NBC e NBC2, CCN con Saverio Raimondo, NEMICO PUBBLICO con Giorgio Montanini) e ai suoi monologhi di StandUp Comedy pura che presenta tra club e teatri di tutta Italia, ha scritto 25 spettacoli teatrali, è writing-partner dei monologhi di Giorgio Montanini, ha collaborato con la rivista ScaricaBile e Fuorilemura.Com, è autore in programmi radiofonici e televisivi (Rai, RadioRai, ComedyCentral); insieme a Stefano Antonucci ha scritto e pubblicato per Shockdom i fumetti Gesù La Trilogia, V for Vangelo, Quando C’era LVI e il recente Il Piccolo Fuhrer.

“«Fascisti su Tinder» racconta il conflitto di un 35enne che, appena tornato single dopo una relazione importante, si trova in bilico tra il volersi concedere una seconda adolescenza a colpi di sesso libertino, serie tv, videogiochi e spensieratezza, e il richiamo dell’età adulta che spinge a una presa di coscienza sulla politica, la società, i cambiamenti del mondo che ci circonda. Sperando che questo non pregiudichi comunque il sesso libertino. Tratto dal monologo teatrale di Daniele Fabbri, con le illustrazioni di Stefano Antonucci.”

Prenota ora la tua copia e ritirarla durante l’evento al link:
http://www.latorrenera.net/prodotto/fascisti-su-tinder-un-monologo/

POWER BATTLE MIRACULOUS REVIVAL

Partecipa alla Power Battle Miraculous Revival presso La Torre Nera e ottieni l’esclusiva Busta del Potere Serie 5!
Ogni partecipante riceverà 6 buste del set Miraculous Revival in italiano e 1 Busta del Potere Serie 5 con cui costruire un mazzo di 40 carte, selezionando inoltre una carta Leader tra quelle trovate!
 

TIPO DI EVENTO:

Power Battle

FORMATO:

Booster Draft

PERIODO SVOLGIMENTO TORNEI:

06 Maggio 2019

PREMI:

Un montepremi pari a due Promotion Pack 01 e un’ulteriore Busta del Potere Serie 5 per partecipante verrà suddiviso tra i giocatori del torneo secondo le modalità definite dall’organizzatore.

Costo Iscrizione (Comprende 6 buste per costruire il mazzo): € 30,00

CONTENUTO DELLA BUSTA DEL POTERE:

BATMAN: GUIDA ALLA LETTURA

● Premessa:
Prima del 1986, l’universo che raccoglie i tantissimi personaggi della DC conteneva vari pianeta Terra, ognuno con le proprie versioni dei supereroi. Durante la vita editoriale DC, questi vari personaggi avevano modo di interagire tra di loro viaggiando da una Terra all’altra (sopratutto quelli di Terra-1 e Terra-2), creando così quello che è definito da sempre il Multiverso.
Ciò però complicava non poco le continuity dei vari personaggi per cui gli editor decisero di rimettere ordine nel Multiverso: nel 1985 venne ideata la saga “Crisi sulle Terre Infinite” che aveva come fine ultimo il riunire le varie terre parallele in una sola.
Da questa data in poi perciò vengono riscritte e modernizzate le origini della maggior parte dei personaggi (alcuni subito, come appunto Batman, altri qualche anno più tardi, come Lanterna Verde).


● Cronologia:
Ho costruito questa cronologia principalmente in base alle saghe e storie disponibili e facilmente reperibili. La lista che segue avrà un ordine cronologico relativo agli avvenimenti interni alla continuity (e non perciò in base alla data di pubblicazione della storia), e grazie a determinati caratteri vi segnalerò l’importanza della saga in base ai seguenti caratteri: 

F = fondamentale, I = importante, Nessun carattere = non fondamentale. Il carattere indica la loro importanza nella continuity, non la qualità della storia (ad esempio Arkham Asylum è ritenuta una delle più belle graphic novel in assoluto di Batman, ma non è affatto fondamentale per la continuity). Vi ricordo infine che questo indice riguarda principalmente Batman, inserirò comunque alcune storie riguardanti i comprimari ma non saranno saghe fondamentali per la lettura, le nominerò giusto nel caso qualcuno volesse approfondire anche i comprimari della bat-family.

Batman: Anno Uno (Batman: Year One – 1987) ( F)
Sciamano (Shaman – 1989/90)
Preda (Prey – 1990) (I)
L’uomo che ride (The Man who Laughs – 2005)( F)
● Veleno (Venom – 1991)
Il lungo Halloween (The Long Halloween – 1996/97) ( F)
Vittoria Oscura (Dark Victory – 1999/2000) (F)
● Catwoman: Vacanze Romane (Catwoman: When in Rome – 2004)
● Ego (Ego – 2000)
● Robin: Anno Uno (Robin: Year One – 2000/01)
● Batgirl: Anno Uno (Batgirl: Year One – 2003)
La Figlia del Demone (Detective Comics #411, Batman #232 – 1971)(I)
● Nightwing: Anno Uno (Nightwing: Year One – 2005)
Il Figlio del Demone (Son of the Demon – 1987)(I)
Solo un altro ragazzo di Crime Alley (Batman #408-409 – 1987/88)(I)
● Crisi sulle Terre Infinite (Crisis on Infinite Earths – 1985/86)
● La Setta (The Cult – 1988)
● Arkham Asylum: Una folle dimora in un folle mondo (Arkham Asylum: A Serious House on Serious Earth – 1989)
The Killing Joke (1988)(F)
Una morte in famiglia (A Death in the Family – 1988)(F)
● Batman: Anno Tre (Batman: Year Three – 1989)
Un luogo solitario per morire (A Lonely Place of Dying – 1989)(I)
La Nascita del Demone (Birth of the Demon – 1992)(I)
La Spada di Azrael (Sword of Azrael – 1992/93)(I)
La Vendetta di Bane (Vengeance of Bane – 1993)(F)
KnightFall (1993)(F)
KnightQuest (1994)(I)
KnightsEnd (1994)(F)
● Aftermath (1994/95)
● Contagio (Contagion – 1996)
● Sfida al Demone (Bane of the Demon – 1998)
● Eredità (Legacy – 1996)
● Cataclisma (Cataclysm – 1998)
Terra di Nessuno (No Man’s Land – 1999/2000)(F)
 Nuova Gotham (New Gotham – 2001/02)(I)
● Bruce Wayne: Assassino? (Bruce Wayne: Murderer? – 2002)
● Bruce Wayne: Fuggitivo (Bruce Wayne: Fugitive – 2002)
Hush (2003) (F)
La morte e la fanciulla (Death and the Maidens – 2003/04)(I)
Rappresaglia (Pushback – 2004)(I)
Tamburi di Guerra (War Drums – 2004)(I)
Giochi di Guerra (War Games – 2004/05)(F)
Crisi D’Identità (Identity Crisis – 2004)(I)
Giochi di Guerra: Epilogo (Batman #634, Detective Comics #800 – 2005)
● Crimine di Guerra (War Crimes – 2005)
Sotto il cappuccio (Under the Hood – 2005/06)(F)
Crisi Infinita (Infinite Crisis – 2006)
Batman: Un Anno Dopo (Batman: One Year Later – 2006)(I)
Batman & Figlio (Batman and Son – 2006/07) (F)
Il Guanto Nero Pt. 1 (Il Club degli Eroi) (The Black Glove – 2007)(F)
La Resurrezione di Ra’s Al Ghul (The Resurrection of Ra’s Al Ghul – 2007/08)(F)
Il Guanto Nero Pt. 2 (Prologo R.I.P.) (The Black Glove – 2007)(F)
Il cuore di Hush (Heart of Hush – 2008/09)(I)
Batman R.I.P. (2008)(F)
Crisi Finale (Final Crisis – 2008/09) + Ultimi Offici
● Cos’è successo al Cavaliere Oscuro? (Whatever Happened to the Caped Crusader? – 2009)
Il Tempo e l’Uomo Pipistrello (Batman: Time and the Batman – 2010)(F)
Battaglia per il mantello (Battle for the Cowl – 2009)(I)
● Rinato (Batman: Reborn – 2009)
Batman & Robin: Batman Rinato (Batman and Robin: Batman Reborn – 2009)(F)
● Arkham Rinato (Arkham Reborn – 2009/10)
● Vita dopo la Morte (Life After Death – 2009/10)
Batman & Robin: Batman contro Robin (Batman and Robin: Batman vs. Robin – 2010)(F)
Batman & Robin: Batman e Robin devono morire! (Batman and Robin: Batman and Robin must die! – 2010/11) + Il Ritorno di Bruce Wayne (The Return of Bruce Wayne – 2011)(F)
● Batman & Robin: Strade Rosso Sangue (Batman and Robin: The Streets Run Red – 2011)
● Lo Specchio Nero (Detective Comics: The Black Mirror – 2011)
Batman Incorporated (2011)(F)
● I Cancelli di Gotham (Gates of Gotham – 2011)
 Batman Incorporated: Leviathan Strikes! (2011) (F)
● Flashpoint (2011)

⇒ THE NEW 52 ⇐
Anno Zero (Year Zero – 2013/14) (I)
 Batman/Superman: Incrocio di Mondi (Batman/Superman: Cross World – 2013)
Le Facce della Morte (Detective Comics: Faces of Death – 2011/12) (F)
Batman & Robin: Nato per uccidere (Batman and Robin: Born To Kill – 2011/12) (I)
La Corte dei Gufi (The Court of Owls – 2011/12) (F)
Nightwing: Trappole e Trapezi (Nightwing: Traps and Trapezes – 2011/12)
La Città dei Gufi (The City of Owls – 2012) (F)
Morte della Famiglia (Death of the Family – 2012/13)(F)
 Batman Incorporated: Stella del Demone (Batman, Incorporated: Demon Star – 2012/13)(F)
 Batman Incorporated: I più ricercati di Gotham (Batman, Incorporated: Gotham’s Most Wanted – 2013)(F)
Batman & Robin: Requiem (2013)
Forever Evil (2013/14)
Batman & Robin: La piaga più grande (Batman and Robin: The Big Burn – 2014)


● Ok grazie, ma è troppo materiale da recuperare per me, non c’è uno starting point recente?
Nel 2011 con l’evento Flashpoint in casa DC è iniziato il “reboot” The New 52. Perchè ho usato le virgolette?
Perchè per le bat-testate non è stato un vero e proprio reboot, ci sono state alcune modifiche nella continuity ma non si è ripartiti dalle origini. Tutti i cambiamenti avvenuti nella continuity non sono ancora tutt’ora noti, ma posso dirti in primis che i componenti della bat-family sono stati ringiovaniti (Bruce Wayne ha 30 anni circa, Dick Grayson dovrebbe averne 21 o quasi, Jason Todd 19 e Tim Drake tra i 16 e i 17) e che Tim Drake è divenuto direttamente Red Robin invece che Robin (tutte le sue gesta rimangono invariate a quanto sembra, semplicemente vestiva il costume di Red Robin che quello classico).
Insomma, il New 52 è il miglior starting point che puoi trovare, e ti consiglio vivamente di andare dalla tua fumetteria di fiducia e recuperare dall’1 tutti i numeri usciti dello spillato “Batman” edito dalla RW Lion, oppure partire dal n°13 che contiene storie riguardanti le origini.

● Non sono un amante delle storie datate, le trovo un pò pesanti, non è possibile partire subito dalle saghe più moderne ma comunque pre-New 52?
Il consiglio che posso darti è di leggere almeno Batman: Anno UnoL’uomo che rideIl Lungo HalloweenVittoria OscuraThe Killing Joke e Una morte in famiglia, per poi passare direttamente ad Hush. Da li in poi prosegui a tuo piacimento, leggendo tutto o solo le saghe rosse o verdi.

● Ho sentito parlare della run di Grant Morrison, quali sono le saghe che la compongono?
– Batman & Figlio
– Il Guanto Nero
– La Resurrezione di Ra’s Al Ghul*
– Batman R.I.P.
– Il Tempo e l’Uomo Pipistrello
– Batman Rinato
– Batman contro Robin
– Batman e Robin devono morire!
– Il Ritorno di Bruce Wayne
– Batman Incorporated
– Batman Incorporated: Leviathan Strikes!
– Batman Incorporated: Stella del Demone
– Batman Incorporated: I più ricercati di Gotham
*NOTA: La Resurrezione di Ra’s Al Ghul non è una saga completamente di Morrison ma un crossover che ho comunque ritenuto importante citare perché riguardante personaggi di primo piano nella gestione Morrison.

● Come mai nell’indice non è presente Batman: Anno Due?
Non l’ho inserito in quanto è stato decretato fuori continuity (leggendolo capirete il perchè), e sinceramente non è nemmeno un granchè come storia. Ricordate sempre che questo mio Indice non è una cronologia assoluta di tutte le pubblicazioni sul cavaliere oscuro messo in ordine di avvenimento, ma una lista delle saghe più belle e incisive sulla continuity che ho avuto modo di leggere. Ad esempio Batman: Jekyll & Hyde personalmente la ritengo una bellissima saga ma non l’ho potuta inserire in quanto posta poi fuori continuity poco dopo la sua pubblicazione. Ciò non toglie che possiate tranquillamente godervi e leggere storie non canoniche.

● Come mai nell’indice non c’è traccia delle serie pubblicate in Italia dalla Mondadori, Wiliiams Inteuropa e dalla Cenisio negli anni ’60 e ’70?
Le tre vecchie case editrici hanno pubblicato storie precedenti all’avvvento di Crisi sulle Terre Infinite, saga che, come ho scritto nella premessa alla cronologia, ha rebootato quasi tutto l’universo DC (solo la continuity di Flash è rimasta praticamente intatta), non sono mancate in seguito perciò rinarrazioni (retcon) di avvenimenti passati, modificati e resi in chiave moderna. Ciò comunque non toglie che tu possa benissimo leggerle e apprezzarle, ma sappi che sono storie con toni diversi da quelle del 1986 in poi, e che risentono ancor più della vecchiaia in quanto scritte nelle Gold/Silver/Bronze Age.

● E se invece mi volessi leggere qualche storia fuori continuity?
Nessun problema, ci sono molte Graphic Novel autonome ed Elseworld sul mondo del crociato incappucciato, e su questo forum troverai disponibili:
– All Star Batman & Robin
– Arkham Asylum: Una folle dimora in un folle mondo
– Batman: Anno Due
– Batman: Anno 100
– Batman: Bianco & Nero
– Batman: Gotico
– Batman: Jekyll & Hyde
– Batman: Nine Lives
– Batman: Terra Uno
– Batman: Thrillkiller
– Batman & Dracula: Pioggia di sangue
– Batman & Dracula: Tempesta di sangue
– Batman & Dracula: Nebbia cremisi
– Batman / Dredd – Vendetta a Gotham
– Batman / Spirit – La convention del crimine
– Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro
– Il Cavaliere Oscuro Colpisce Ancora

Personalmente ritengo dei must “Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro”, capolavoro assoluto di Frank Miller, e “Arkham Asylum” del grande Grant Morrison (che avevo già inserito nella cronologia, ma puoi leggerla tranquillamente essendo totalmente slegata dalla continuity, senza però mostrare elementi che la contraddicano), ma anche la maggior parte degli altri titoli sono delle vere perle.

Spero ti sia stato utile questo indice, per qualsiasi domanda chiedi pure.
Buona lettura!

Detective Comics #1000: partono i preordini. Tutti i dettagli

L’albo, di 96 pagine, costerà 10,00 euro ed uscirà negli USA il prossimo 27 marzo.

DC ha diffuso tutti i dettagli del celebrativo e storico Detective Comics #1000 che oltre a segnare il prestigioso traguardo – raggiunto solo dall’altrettanto storica Action Comics lo scorso anno – coincide anche con i festeggiamenti per l’80° Anniversario di Batman che debuttò proprio su Detective Comics #27 nel lontano 1939.

La storia principale dell’albo celebrativo di 96 pagine sarà scritta da Peter J. Tomasi e disegnata da Doug Mahnke. L’attuale team creativo della serie lancerà un nuovo arco narrativo e introdurrà nella continuity dei fumetti Arkham Knight – il villain dell’ultimo capitolo della trilogia videoludica Batman: Arkham della Rockstar Games che Tomasi aveva già trattato nella miniserie Genesis connessa al videogioco.

Ad accompagnare la storia principale ci saranno poi una serie di storie che omaggeranno il Cavaliere Oscuro firmate da team creativi assolutamente stellari:

  • Kevin Smith e Jim Lee
  • Brian Michael Bendis e Alex Maleev
  • Warren Ellis e Becky Cloonan
  • Paul Dini e Dustin Nguyen
  • Denny O’Neil e Steve Epting (firmeranno il sequel della storica storia apparsa nel 1976 su Detective Comics “There’s No Hope in Crime Alley”)
  • Christopher Priest e Neal Adams
  • Geoff Johns e Kelley Jones
  • Tom King, Tony Daniel e Joëlle Jones
  • Scott Snyder e Greg Capullo
  • James Tynion IV e Alvaro Martinez

In più Jason Fabook firmerà una doppia spread page che farà il punto sull’attuale Universo Batmaniano.

A firmare la copertina principale, wraparound, sarà Jim Lee mentre le copertine variant saranno firmate da Steve Rude, Michael Cho, Jim Steranko, Bernie Wrightson, Frank Miller, Tim Sale, Jock and Greg Capullo, Bruce Timm – con un omaggio alla copertina di Detective Comics #69 di Jerry Robinson.

Di seguito, tutte le variant

Detective Comics #1000 - Scott Williams & Jim Lee Cover

Scott Williams & Jim Lee Cover

Detective Comics #1000 - Steve Rude 1930s Variant Cover

Steve Rude 1930s Variant Cover
Detective Comics #1000 - Bruce Timm 1940s Variant Cover

Bruce Timm 1940s Variant Cover
Detective Comics #1000 - Michael Cho 1950s Variant Cover

Michael Cho 1950s Variant Cover


Detective Comics #1000 - Jim Steranko 1960s Variant Cover

Jim Steranko 1960s Variant Cover

Detective Comics #1000 - Bernie Wrightson 1970s Variant Cover

Bernie Wrightson 1970s Variant Cover

Detective Comics #1000 - Frank Miller 1980s Variant Cover

Frank Miller 1980s Variant Cover

Detective Comics #1000 - Tim Sale 1990s Variant Cover

Tim Sale 1990s Variant Cover

Detective Comics #1000 - Jock 2000s Variant Cover

Jock 2000s Variant Cover

Detective Comics #1000 - Greg Capullo 2010s Variant Cover


Greg Capullo 2010s Variant Cover

Detective Comics #1000 - Blank Cover

Blank Cover

Tutte le variant sono ordinabili QUI

RW LION: PROMO DOOMSDAY CLOCK! PINS E VARIANT
LA MEZZANOTTE STA ARRIVANDO…
Da Gennaio parte l’attesissima seria firmata Geoff Johns e Gary Frank,
che unisce l’Universo DC al mondo di WATCHMEN:
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Questa incredibile miniserie presenterà per ognuno dei 12 numeri una VARIANT PIN da € 5,50!
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Una volta collezionate tutte, le 12 spille andranno a formare L’OROLOGIO dell’APOCALISSE, simbolo dell’opera.
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Inoltre il primo numero si pregerà di un’esclusiva  VARIANT OLOGRAFICA da € 9,95!
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Non appena avremmo notizie su come partecipare, ve lo comunicheremo

“Ri-Nascita”: Dalla stagione 3 di DareDevil alla “fedeltà” del cinema a fumetti

Uno degli aspetti più interessanti del boom moderno nella cultura geek è la maggiore enfasi sulla fedeltà testuale.

Molto è stato scritto sull’elevata nascita di adattamenti, sequel, remake e reboot che dominano la cultura popolare contemporanea. La tendenza è forte, anche tra le uscite cinematografiche e televisive di prestigio di quest’anno.  Tuttavia, è molto rivelatore che così tanti adattamenti moderni di personaggi famosi sono molto concreti sull’idea di fedeltà. “Fedeltà” è diventata una parola d’ordine per questi adattamenti, non solo in termini di Easter Egg, ma in termini di costruzione di base. A suo modo, questa potrebbe forse essere un’estensione dell’enfasi sui fumetti e graphic novel come ispirazione chiave per i moderni blockbuster. Dato il numero di artisti legati ai fumetti che lavorano come sceneggiatori nei film, è normale considerare il materiale originale come uno storyboard, per adattare una vignetta a un’immagine in movimento.

Non è sufficiente mettere insieme un film basandosi esclusivamente sul tono del fumetto, e un regista può letteralmente prendere solo una libera ispirazione mentre crea qualcosa che assomiglia poco al materiale di partenza. La terza stagione di Daredevil ricorre a questo problema ripetutamente, in gran parte come un tentativo confuso di portare sullo schermo Rinascita di Frank Miller e David Mazzucchelli .

Nota: questo articolo contiene spoiler minori della terza stagione di Daredevil .

Non è sempre una cattiva idea prendere ispirazione dal materiale di partenza per adattare un amato personaggio dei fumetti allo schermo. La trilogia di Batman di Christopher Nolan adatta una serie di elementi chiave di vari archi narrativi ed eventi. Batman Begins deve molto all’ Anno Uno di Frank Miller e David Mazzucchelli . Nolan stesso cita The Long Halloween come una grande influenza per The Dark Knight . In termini di trama di base, The Dark Knight Rises deve molto a Knightfall e Cataclysm . Tuttavia, nessuno di questi film è particolarmente legato al loro materiale originale.

In effetti, Nolan mescola una varietà di influenze in ognuno dei singoli film. Batman Begins attinge da fumetti come quelli di Dennis O’Neil e gli epici anni settanta del Batman di Neal Adams o la storia dimenticata The Man Who Falls . La trama di The Dark Knight combina elementi di Batman # 1 e The Killing Joke . Lungo queste linee, The Dark Knight Rises include aspetti di The Dark Knight Returns o The Cult. Nessuno di questi elementi si eliminano, e nessuno di questi film è abbastanza vicino da poter essere adattato direttamente. Più precisamente, Nolan include alcuni segnali visivi in ​​modi che non stravolgano la storia.

Tuttavia, nei film dei fumetti moderni c’è una tendenza a porre un’enfasi eccessiva sulla “fedeltà” , per trattare questi adattamenti non come storie fine a se stessi, ma come raccolte di momenti e citazioni di vari anni di pubblicazioni confezionato all’interno di un film. Watchmen potrebbe essere il miglior esempio di questo, con Zack Snyder che crea una serie di scatti letteralmente presi dai disegni di Dave Gibbons, producendo uno degli adattamenti cinematografici più visivamente fedeli da Psycho di Gus Van Sant .

Storicamente, gli adattamenti dei fumetti tendevano ad essere abbastanza ampi nel tradurre elementi della storia dalla carta allo schermo. Il Batman di Adam West ha sorvolato la morte di Thomas e Martha Wayne. Batman di Tim Burton suggerì che il Joker aveva assassinato i genitori di Bruce Wayne. La versione di Lex Luthor apparso in Superman e Superman II era abbastanza distante dallo scienziato pazzo nell’armatura dei fumetti contemporanei. Catwoman e il pinguino di Batman Returns erano mondi diversi dalle loro controparti a fumetti.

Alcuni di questi elementi ovviamente non funzionano. Ci sono molti film a fumetti che soffrono a causa di decisioni che non possono essere ricondotte al loro materiale originale. In molti casi – come Batman e Robin – le modifiche apportate ai personaggi e il ritmo della trama dal materiale di partenza peggiorano la storia. Allo stesso tempo, non si può negare che alcuni di questi primi adattamenti avevano una certa libertà di inventare e reimmaginare i loro personaggi e le premesse in un modo che li ha modellati e definiti.

Per essere onesti, Watchmen non è esattamente il punto zero quando si tratta di questo livello di fedeltà negli adattamenti dei fumetti. Ironia della sorte, Daredevil di Mark Steven Johnson è forse uno dei grandi primi esempi di adattamento di un supereroe che potrebbe aver sofferto di essere troppo fedele alla sua ispirazione. L’adattamento di Johnson si è ispirato incredibilmente all’iconico lavoro di Frank Miller su Daredevil , in particolare nel suo ritratto di personaggi come Kingpin, Elektra e Bullseye. Infatti, l’omicidio di Elektra da parte di Bullseye viene preso direttamente dal fumetto.

Johnson era così fissato nel riprendere tutti questi momenti, che ha faticato a strutturarli in una narrazione avvincente. Daredevil avrebbe potuto funzionare meglio se avesse preso un singolo elemento e costruito il film intorno ad esso, piuttosto che passare attraverso una lista di omaggi e ritmi per legare il film al lavoro di Frank Miller. Dopotutto, Miller aveva accumulato molti di questi grandi momenti nel corso degli anni, ma Johnson stava invece cercando di metterli in pratica e montarli in un film di due ore. Johnson sembrava capire il potere di questi momenti, ma non il loro contesto.

Tuttavia, Watchmen sarà probabilmente il migliore esempio di questo, con il regista Zack Snyder che mostra un’incredibile fedeltà al materiale originale.  Allo stesso tempo, c’è la sensazione che Snyder abbia offerto un adattamento letterale del testo senza comprenderne il significato, e quindi ha usato la fedeltà al testo come un’opportunità per aggirare l’effettivo processo di traduzione della storia da un mezzo all’altro . Guardando Watchmen, sembra spesso che essere fedeli al testo letterale e alle immagini del materiale originale fosse più importante che provare a distillare la sua essenza sul grande schermo. È una sensazione molto strana, sembra quasi un esperimento di art-house piuttosto che un blockbuster di grosso budget.

Ci sono molti esempi che illustrano il divario tra quella fedeltà testuale e l’essenza del fumetto. Moore e Gibbons sottolineano ripetutamente l’assurdità dell’idea dei supereroi in Watchmen , fissando personaggi che sono mentalmente sconvolti o fisicamente fuori forma. In particolare, Dan Dreiberg viene presentato come un uomo di mezza età in sovrappeso impotente. Tuttavia, Snyder non resiste all’impulso di sparare ai suoi personaggi in modo molto tradizionale, incluse scene di lotta al rallentatore con una coreografia mozzafiato. Questo è molto in disaccordo con il punto centrale tematico del fumetto.

(Per inciso, questo è uno dei motivi per cui Nolan ha consapevolmente cambiato l’ispirazione della trasformazione di Bruce Wayne dai fumetti. Nel fumetto, Bruce era stato ispirato dal film Il Marchio di Zorro che ha visto al cinema nella notte in cui i suoi genitori morirono. Nolan era ansioso che rendere la trasformazione di Bruce (anche in parte) qualcosa di più interessante e accattivante, così ha cambiato dal cinema a una serata all’opera in Batman Begins . E’ stato ispirato da Mefistofele piuttosto che Zorro .)

Negli ultimi anni, i film di fumetti sono diventati sempre più visivamente fedeli al loro materiale originale. Ad esempio, Thor: Ragnarok include una sottotrama estesa con il personaggio di Skurge the Executioner che esiste solo per costruire un’immagine particolarmente memorabile dall’iconico Thor  di Walt Simonson . Allo stesso modo, Thor: The Dark World traspone i personaggi come Malekith e Kurse dai disegni di Thor di Simonson , senza alcuna considerazione reale su cosa faccia funzionare questi personaggi. Erano nei fumetti ed erano popolari nei fumetti, quindi entrano nei film.

Questo spostamento è probabilmente il risultato di molteplici fattori diversi. Sempre più spesso, i tipi di persone coinvolte nelle principali decisioni creative degli studios che producono questi film hanno un ampio background nella cultura nerd, come il coinvolgimento di Geoff Johns in progetti come Green Lantern o Justice League . Più precisamente, sembra anche probabile che i registi e gli scrittori assegnati a questi progetti siano più profondamente versati nei personaggi e nella continuità. L’evidente passione di Zack Snyder per The Dark Knight Returns ha inevitabilmente formato Batman vs. Superman: Dawn of Justice .

C’è anche una maggiore enfasi sulla fedeltà come valuta culturale, in particolare quando si realizzano film e serie televisive per i fan più accaniti di proprietà abbastanza conosciute. Il “canon” è diventato un concetto sempre più legato (e talvolta frustrante) per i franchise di successo moderni, con società come la Marvel Studios che sono orgogliose di quanto direttamente e con quale fedeltà attingano dal materiale di partenza nella costruzione di questi film . Non importa che i fumetti abbiano un pubblico molto più piccolo, né che l’adattamento sia qualcosa di più della trasposizione letterale. La fedeltà è la chiave.

Questo è forse ciò che ha fatto sembrare un film come Venom così vecchio stile. Sembrava una reliquia dei primi anni del primo ventunesimo secolo per ragioni che si estendono oltre la bizzarra traccia del rap Eminem. Il film Venom sembra essere stato scritto e prodotto da persone che avevano solo letto il riassunto di wikipedia del personaggio, e non avevano mai preso una copia di Amazing Spider-Man nelle loro vite. Dopotutto, questo era un film di Venom senza Spider-Man . Richiedeva una forma di adattamento molto più sciolta.

Tutto ciò torna a Daredevil . La serie Netflix è passa attraverso quattro diversi set di showrunner durante le sue tre stagioni. Mentre le prime due stagioni dello spettacolo non sono mai state adattamenti diretti di singoli archi narrativi, sono stati entrambi fortemente influenzati dal lavoro di Frank Miller. La prima stagione è stata fortemente ispirata a The Man Without Fear , mentre la seconda si è appoggiata pesantemente alla mitologia che Frank Miller ha sviluppato attorno a Elektra Natchios e alla mano. Oltre a ciò, la prima e in particolare la seconda stagione sembravano utilizzare i momenti chiave dei fumetti come storyboard per sequenze chiave.

Nessuna delle prime due stagioni è stata un adattamento diretto di una singola run o arco scritto e illustrato da Frank Miller. Tuttavia, lo spettro di Born Again pende su Daredevil come personaggio. In parole povere, Born Again è una delle storie più influenti nella storia dei fumetti. Anche se l’originale Daredevil di Frank Miller è stato interpretato come una figura di interesse, è Born Again che ha incarnato Daredevil come personaggio. Born Again è una storia che ha influenzato innumerevoli scrittori che hanno seguito Miller, sia che si ispirino a emularlo sia a rifiutarlo. Scrittori come Kevin Smith, Brian Michael Bendis e Ed Brubaker ne hanno tratto pesantemente nonostante scrivessero circa due decenni dopo che la storia era stata raccontata. Un’intera generazione di fan e scrittori ha letto Born Again e l’ha abbracciata come l’ideale platonico di ciò che potrebbe essere un fumetto di supereroi.

Questo è il problema con questa terza stagione di Daredevil: tenta di adattare Born Again allo schermo. Tratta la storia come una raccolta di immagini e una serie di citazioni piuttosto che una narrativa coesa con se stessa. La stagione è costellata da brani narrati direttamente da Born Again , come ad esempio Matt che passa molto tempo a riprendersi con una suora che potrebbe essere sua madre o Wilson Fisk che deduce abilmente che Matt Murdock è l’unico e solo Daredevil.

Per essere onesti, potrebbe essere impossibile adattare Born Again per film o televisione nel ventunesimo secolo. L’arco della storia dei fumetti si apre con l’amata amica di Matt, Karen Page, come una pornostar drogata dall’eroina che vende l’identità segreta di Matt Murdock per una dose. Queste informazioni arrivano fino a Wilson Fisk, che decide di smantellare la vita di Matt Murdock pezzo per pezzo. Fa espellere Murdock. Fa congelare i suoi beni. Fa saltare in aria il suo condominio.

Nessuna di queste cose è realmente accaduta nella terza stagione di Daredevil , a causa della trama logica in seguito agli eventi di The Defenders . Matt Murdock è scomparso e presunto morto all’inizio della terza stagione, quindi non c’è una vita per Wilson Fisk da smantellare. Wilson Fisk è sotto custodia della polizia, quindi non può colpire Matt Murdock dall’alto con la stessa impunità. L’attrice Deborah Ann Woll ha assicurato ai fan che Karen non diventerà mai una pornostar tossicodipendente, e quindi non può essere la persona a svendere l’identità di Matt al suo arcinemico.

Alcuni di questi problemi sono puramente logistici. Forse la serie avrebbe potuto costruire una storia come Born Again per la sua quarta stagione, avendo fatto in modo che tutti i pezzi fossero stati messi a posto alla fine della terza stagione. Forse la terza stagione avrebbe potuto funzionare come miglior adattamento di Born Again se il team di produzione fosse stato più attento a quello che stavano facendo nella seconda stagione di Daredevil e nella prima stagione di The Defenders . Tuttavia, alcuni di questi elementi semplicemente non sarebbero mai stati realizzabili in qualsiasi condizione, dato il clima sociale moderno e i vincoli imposti dal marchio Marvel Studios.

La terza stagione di Dardevil riporta alcuni punti della trama da Born Again . Wilson Fisk tenta di annegare Matt Murdock nel fiume. Al suo livello più basso, Matt si ritira per curarsi nella chiesa e riscopre la sua fede. Dopo questo, Matt  combatte un pazzo che Wilson Fisk ha pagato per vestirsi come Daredevil per distruggere il suo buon nome. Queste sono tutte cose che accadono sia in Born Again che nella terza stagione di Daredevil . Tuttavia, il contesto per loro è radicalmente diverso, e quindi l’impatto di essi è cambiato in modo significativo.

Wilson Fisk tenta di annegare Matt Murdock nel fiume, ma non come ultimo tentativo di uccidere il personaggio dopo aver distrutto la sua vita. In effetti, guardando la terza stagione di Daredevil , non viene mai spiegato perché Fisk non gli avrebbe semplicemente sparato o picchiato a morte mentre era svenuto . Allo stesso modo, il tempo di Matt con la chiesa non è il risultato della sua vita che crolla dopo che Wilson Fisk lo ha fatto a pezzi. Invece, Matt si è ritirato in chiesa prima che Wilson Fisk faccia la sua prima mossa. Elimina l’equilibrio della storia.

Questo crea una strana tensione nella terza stagione di Daredevil , in cui la narrativa assomiglia superficialmente al fumetto Born Again , ma solo in piccoli frammenti di dialogo e poche immagini prese in prestito. La narrativa sottostante è completamente diversa, che crea una disconnessione. Born Again è fondamentalmente la storia di una morte e rinascita di Matt Murdock, ma la terza stagione di Daredevil si apre con la rinascita, il che significa che la serie deve nuovamente uccidere Matt Murdock, il che elimina l’equilibrio della storia raccontata.

Non è solo che la terza stagione di Daredevil non riesce ad essere un adattamento riuscito o avvincente di Born Again . Il problema è che, come con molti adattamenti dai fumetti che soffrono di questi superficiali cenni di fedeltà, vi è la decisione di lasciare spazio a tutti questi cenni fini a se stessi in modo che influiscano da soli sulla storia raccontata. La terza stagione di Daredevil potrebbe funzionare meglio come una storia di pura rinascita dopo la morte del personaggio in The Defenders , ma deve costantemente fermarsi e iniziare a includere tutti questi riferimenti e battiti di trama, come Ragnarok soffre un po’ di dover spremere Skurge nella sua storia.

Allo stesso modo, la terza stagione di Daredevil tenta attivamente di incorporare una serie di altri thread e immagini tratti dai fumetti che non rientrano altrimenti nella narrativa generale. La grande sequenza di combattimenti one-take della stagione vede Matt lottare per uscire da una prigione, un ovvio cenno a The Devil in Cell Block D di Ed Brubaker e Michael Lark. Tuttavia, la loro rissa in carcere esisteva in un quadro di storie in cui aveva più senso. Allo stesso modo, la terza stagione include una sequenza in cui Bullseye attacca una chiesa, presa direttamente da Guardian Devil di Joe Quesada e Kevin Smith .

Queste sono immagini efficaci, per essere sicuro. I fumetti sono un mezzo visivo, dopo tutto. La logica ci dice che ciò che funziona sulla carta dovrebbe funzionare sullo schermo. Tuttavia, queste immagini non funzionano necessariamente al di fuori del contesto, e la serie stessa di tanto in tanto fatica a integrare queste immagini in una narrazione coesa. Invece di sentirsi come una cosa sua, la terza stagione di Daredevil spesso sembra un remix esteso. Manca la propria voce distinta.

Va notato che molti adattamenti davvero riusciti lo fanno spostando efficacemente la rigida fedeltà testuale al loro materiale di partenza. The Shining potrebbe non aver soddisfatto Stephen King come adattamento del suo lavoro, ma si erge come uno dei più grandi film horror mai realizzati. Il Fuggitivo ha in gran parte soppiantato la serie televisiva che lo ha ispirato. Il Padrino e Lo Squalo hanno entrambi abbandonato ampie sezioni delle loro controparti cartacee  perchè non avrebbero funzionato al cinema.

Per tutti i fan degli adattamenti del fumetto potrebbe credere che questa è un’età d’oro degli adattamenti da pagina a pagina, la terza stagione di Daredevil suggerisce che c’è dell’altro piuttosto che la semplice trasposizione di immagini e frasi.

A caccia del Predator: perché è così difficile farne un serio franchising?

Il Predator è una delle creazioni più iconiche degli ultimi trent’anni.

La creatura venne creata da Stan Winston per il famoso  blockbuster d’azione del 1987 di John McTiernan e divenne immediatamente un icona. È sorprendente e distintivo. Anche le persone che non hanno mai visto un film con la creatura lo riconoscono. Ciò è particolarmente notevole visto che il progetto iniziale era un disastro; il concept originale per la creatura era incentrato come una sorta di leggenda metropolitana, parte del folklore culturale pop . Il disastro venne evitato nel momento in cui Stan Winston ha ridisegnato il mostro da zero, quindi è tanto più impressionante che sia diventato un classico.

Non sorprende che il Predator abbia avuto un proprio franchising. Dopotutto, è così che funziona l’industria cinematografica. Sebbene i prognosticatori moderni giudichino l’era moderna come consacrata da sequel, remake e reboot, dimenticato che tutto ciò è sempre esistito. Lo stesso Predator divenne la pietra di un franchising impressionante; anche al di fuori di giochi e fumetti, la creatura è apparsa non solo in  Predator 2 ma anche in Alien vs. Predator , Aliens vs. Predator: Requiem , Predators e The Predator . Questa è una lista impressionante, in termini di quantità e varietà.

Tuttavia, è decisamente meno impressionante in termini di qualità. Di questi cinque sequel, Predators è l’unico con un punteggio positivo su Rotten Tomatoes . Allo stesso modo, Predators è l’unico sequel con una valutazione vagamente positiva su MetaCritic , raschiando poco più del cinquanta percento . Questo è il tipo di punteggio che il pubblico e la critica si aspettano da sequel horror a basso costo come quelli con Freddie Kreuger o Jason Voorhees. Non è esattamente un track record impressionante per un franchise di fantascienza di alto profilo e con budget ragionevole.

In effetti,  l’unico confronto che si può fare con Predator è il franchise di Alien , e per una buona ragione. Lo xenomorfo di Alien è un altro iconico design alieno del secondo Novecento ospitato all’interno di un franchising d’azione-horror fantascientifico R-rated. Entrambi sono di proprietà della Twentieth Century Fox, che gli permette di intersecarsi e incrociarsi all’interno di un universo condiviso. Entrambi hanno generato una serie di sequel, e sono vagamente legati nella mente popolare nello stesso modo in cui film degli Universal Studios collegavano Dracula e il mostro di Frankenstein con la Mummia o l’Uomo Invisibile.

Tuttavia, questo confronto di titoli non appaga Predator. Dopotutto, lo xenomorfo è stato al centro di un franchise che è costantemente interessante e al suo massimo innovativo. Ci sono sequel di Alien che sono giustamente considerati classici come Aliens , mentre altri hanno lanciato grandi carriere come Alien³ , e alcuni ancora causano accesi dibattiti. Per tutte le critiche a film come Prometheus e Alien: Covenant , almeno suscitano passione nel loro pubblico, in un modo che i sequel di Predator non fanno. Perché è così difficile fare un buon sequel di Predator ?  La risposta potrebbe trovarsi con il Predator stesso. Il Predator è indubbiamente una creazione affascinante. È un cacciatore di selvaggina extraterrestre che si avventura in pianeti stranieri per cacciare la preda più pericolosa. Inevitabilmente, i film di Predator suggeriscono che gli umani rappresentano una preda particolarmente coinvolgente, sebbene gli xenomorfi siano una redditizia attività collaterale. Il Predator fornisce tutto ciò di cui ha bisogno un buon film d’azione dal suo antagonista; è abbastanza sadico nelle sue uccisioni, abbastanza misterioso da avere l’interesse del pubblico, essendo quindi una vera minaccia.

Il Predator è innegabilmente un bel modello, anche con la sua armatura. La colonna sonora di Alan Silvestri (e il sound design dell’attrezzatura della creatura) suggerisce un aspetto tribale alla creatura. Il casco è imponente, ma la faccia sotto il casco è ancora più sorprendente. La creatura ha sangue verde che è denso come gelatina e si illumina nell’oscurità, un piccolo tocco piacevole che stabilisce la creatura come “straniero” anche al di là della sua viscida pelle di rettile e delle tenaglie attorno alla sua bocca.

Tuttavia, c’è anche qualcosa di molto superficiale e nei confronti del Predator, qualcosa di molto generico. Dopo tutto, cosa rappresenta il predatore, a livello primordiale ed emotivo? L’uomo invisibile attira le ansie sull’identità e sulla privacy; la Mummia parla delle paure dei poteri coloniali che potrebbero risvegliare qualche forza primordiale dormiente nelle terre conquistate; Dracula è legato a idee di immortalità e sessualità; Il mostro di Frankenstein rappresenta il nervosismo sul progresso scientifico incontrollato.

Anche lo xenomorfo rappresenta qualcosa di molto primitivo e molto basilare. È l’incarnazione vivente della paura della violenza sessuale e della perversione. Il ciclo vitale dello xenomorfo attira le paure latenti sulla violenza sessuale; il facehugger è una vagina che aggredisce il viso di una persona, spingendosi giù per la gola per impiantare le uova che porteranno a una nascita violenta (e fatale). Lo xenomorfo è caricato di simbolismo e sottotesto, suggerendo significati più profondi e suggerendo vari incubi. Dopo tutto, Alien gioca molto con l’idea di ruoli di genere distorti; il freddo e clinico computer “madre” , una Ripley molto mascolina (non teniamo conto che, originariamente, Ripley era un’ uomo), giusto per fare due esempi.

Quindi, che cosa rappresenta esattamente il Predator in questi termini? È una domanda difficile a cui film hanno faticato a rispondere. Probabilmente il concetto di Predator può legarsi all’idea del colonialismo e della violenza opportunistica, unito al concetto di cacciatore di giochi intergalattici che uccide per sport. Almeno c’è una purezza filosofica nella distruzione che coltiva. Questo approccio al Predator è legato alle ansie razziali tanto quanto qualsiasi commento politico. Il Predator è una figura della letteratura coloniale, l’ ultimo grande cacciatore di giochi. È un fantascientifico Allan Quatermain. La creatura ha un’armatura avanzata, ma spesso gironzola mezza nuda. È per lo più è muta. Strappa i teschi e le spine dalle sue vittime. Si impegna in una specie di guerra psicologica come facevano i coloniani con le tribu. I tamburi nella colonna sonora rafforzano questo suggerimento.

Il primo Predator non è certamente nella posizione ideale per esplorare queste ansie in modo sfumato o delicato, come dimostra Predator 2 . Predator 2 è un film molto interessante su un certo numero di livelli, anche se si capisce fin dall’inizio che il team di produzione non ha idea di quanto esattamente fare un sequel di Predator. Il franchise di Alien ha avuto il lusso di passare da Ridley Scott a James Cameron e poi a David Fincher. Al contrario, Predator passò da John McTiernan a Stephen Hopkins.

Inoltre, il sequel di Predator dimostra una notevole insicurezza nei propri concetto. Nel passaggio da Alien a Aliens , lo xenomorfo ha dimostrato la sua flessibilità. Alien e Aliens sono senza dubbio parte dello stesso universo, sono film radicalmente diversi. Al contrario, Predator 2 non ha lo stesso senso di creatività o inventiva.

Tutto ciò appare profondamente frustrante e insoddisfacente, come se Predator 2 fosse più interessato ad essere come Alien che a trovare qualcosa di nuovo o interessante con le premesse stabilite in Predator . Non c’è una reinvenzione radicale, nessuna innovazione ispiratrice. Non c’è niente nel film che spinga davvero i confini di ciò che può essere l’omonima creatura o che cosa può essere usato in futuro. Se non altro, Predator 2 fa esattamente l’opposto. Serve a stabilire dei limiti molto fermi su ciò che può essere il mostro omonimo.

Predator 2 raddoppia efficacemente il sottotesto razziale di Predator , ma rimuove tutti i commenti postcoloniali. Il sequel del 1990 si sposta dalle giungle del Centro America alla “giungla urbana” del centro di Los Angeles. Questi sono in particolare due contesti molto diversi. Richiedono due approcci molto diversi. Dopotutto, Los Angeles era un focolaio di ansia razziale negli anni Novanta. La fine degli anni Ottanta aveva visto un’esplosione di bande di strada all’interno della città . La città era di due anni di distanza dai disordini di Rodney King , e cinque anni di distanza dal processo di OJ Simpson. Predator 2 non si appoggia solo a queste ansie razziali. Le abbraccia. Il film si svolge nel mezzo di una guerra tra bande a Los Angeles, un dettaglio che aggiunge molto poco alla trama e che è completamente dimenticato dal climax della storia. Anche se l’adozione tradizionale della frase “superpredatore” per descrivere un’ondata speculativa di giovani criminali violenti ( che non si sono mai materializzati ) era a parecchi anni di distanza , Predator 2 sembra progettato per attingere a queste stesse paure.

Il risultato è un seguito che serve a dimostrare perché il Predator non può essere costruito attorno a queste ansie di base nello stesso modo in cui lo xenomorfo è costruito attorno alla violenza sessuale.  Il Predator è una mostruosa creatura aliena che caccia sfruttando una tecnologia avanzata. Non c’è sottotesto, non c’è simbolismo. C’è solo un bel design e un sacco di sangue freddo. Questo approccio spiega l’uso dei Predator come espedienti di trama (e anche come protagonisti di supporto) in Alien vs. Predator e Alien vs. Predator: Requiem .

Non c’è necessariamente qualcosa di sbagliato in questo. C’è molto da dire per il concetto di un film d’azione stupido senza alcun significato o scopo più profondo. Non è difficile immaginare un universo popolato con sequel di Predator che consiste in poco più di una creatura che cerca la sua preda in una varietà di contesti diversi, senza appesantirsi con temi importanti. Pensate Predator come un concetto vago alla stregua di Die Hard di John McTiernan ; Predator … nella giungla, Predator … nel deserto, Predator … nell’oceano, Predator … nello spazio, Predator … in un grattacielo.

Tuttavia, le realtà del cinema moderno significano che il Predator non può essere consegnato agli stessi brutti scherzi economici dei mostri di film di livello inferiore come Michael Myers o Jason Voorhees o Freddie Kreuger. Il Predator non è un mostro di un film di serie B, quindi è improbabile che si ritrovi in un film fatto alla bene e meglio. Alien vs Predator e Aliens vs. Predator: Requiem potrebbero esserlo, ma sono troppo costosi e troppo di alto profilo. Grazie al successo del Predator originale e alla sua stretta associazione con lo xenomorfo, il Predator è semplicemente troppo grande e popolare per abbassarsi a quel livello.

Di conseguenza, il Predator si trova costantemente segnato per la reinvenzione in franchising e la riconcettualizzazione. Non per niente Alien vs. Predator è il film di maggior successo sul Yautja fino ad oggi. Anche al di fuori dei crossover dell’universo condiviso di Alien vs. Predator e Alien vs. Predator: Requiem , la creatura si è vista segnata dal successo anche in Predator che in The Predator . In particolare, e forse prevedibilmente, entrambi gli sforzi non sono riusciti a dare il via libera al franchise di Predator . Persino il Promethes è stato un film controverso che ha avuto abbastanza successo da ottenere un seguito.

Tuttavia, i film di franchising moderni insistono sempre su mitologie che devono spiegare per forza tutti. Nell’era di Internet, le vere critiche sono di un sottogruppo di fan del cinema preoccupati di “buchi di trama” e “la logica” , quindi i moderni blockbuster sono aggressivamente dedicati a spiegare eccessivamente tutto ciò che succede nel film. Dopo tutto, una protesta persistente in The Dark Knight Rises riguarda il modo in cui Bruce Wayne poteva salvare Gotham in pochissimo tempo. (La risposta, che non è stata spiegata al pubblico: è Batman .)

Quindi i film in franchising di oggi devono spiegare tutto. Prometheus e Alien: Covenant sono effettivamente estese storie di origine per il mostro di Alien , sorvolando sul fatto che il mostro di Alien non aveva realmente bisogno di una storia sulle origini. Predator non è abbastanza complesso da supportare questo tipo di sviluppo, il che rende The Predator un tentativo profondamente frustrante di costruire un franchising. Guardando il film, si sente che Shane Black abbia allungato il brodo solo per spiegare e complicare l’eredità del Predator al fine di costruire un film intorno alla creatura che assomiglia superficialmente a un franchising. Il Predator è alternativamente troppo serio e troppo autocosciente, ma il film nel suo complesso dimostra quanto sia ridicola l’idea di un franchise cinematografico moderno costruito attorno al Predator.

C’è un’assurda quantità di continuità in The Predator , che sembra esistere puramente in modo che possa ancorarsi nei precedenti cinque film. Questo è più evidente all’inizio del film, quando il pubblico visita un laboratorio che funge anche da museo dedicato alla creatura. Lo scienziato responsabile della ricerca è Sean Keyes. Il pubblico deve capire che è il figlio di Peter Keyes, un personaggio minore di Predator 2 , interpretato da Gary Busey. È una connessione che esiste per nessun altro motivo se non accennare a un film del franchise a cui nessuno importa particolarmente.

Piccoli dettagli come questi suggeriscono che The Predator sta cercando di creare un proprio “Cinematic Universe” come per l’appunto il Marvel Cinematic Universe o Conjuring Shared Universes, ed evolversi in  complesse continuità interconnesse in cui i film sono tutti sottilmente intrecciati tra loro, pieni di piccoli easter egg e cenni che non aggiungono nulla se non ai singoli film e se non per fornire un senso di contesto.

Il Predator prende ripetutamente aspetti abbastanza semplici ed evidenti dei film di Predator e poi tenta goffamente di spiegarli. Secondo The Predator , la creatura non strappa le spine dalle sue vittime perché sta collezionando trofei. Secondo The Predator , la creatura strappa le spine dalle sue vittime perché raccoglie il DNA estraneo per sintetizzarlo in una sorta di … superpredatore o predatore apicale. Questo piccolo dettaglio è un’eccellente parodia del bisogno della moderna narrativa popolare di complicarsi eccessivamente per aggiungere un tocco di raffinatezza o intelligenza.

Per essere onesti, l’idea che il Predator si stia costantemente migliorando è stata seminata delicatamente in Predators . Tuttavia, The Predator cerca di renderlo il motivo fondamentale della specie aliena. L’attrattiva del Predator era sempre nella sua relativa semplicità; è un cacciatore e caccia. Sembra anche un dettaglio criptato dallo xenomorfo, dove in ogni sua iterazione assume alcune delle caratteristiche del suo ospite.

Questo non è l’unico esempio del modo in cui The Predator cerca di spiegare troppo qualcosa che è abbastanza evidente. C’è una lunga conversazione sul perché gli avvistamenti di questi alieni sono diventati più frequenti negli ultimi anni. La risposta ovvia è: perché la Fox ha fatto più film . Tuttavia, The Predator insiste nell’aggiungere qualcosa di sofisticato, sostenendo che i Predator sono attratti dal riscaldamento globale e stanno pianificando di colonizzare la Terra dopo che l’umanità si sarà estinta.

Questo è un punto di trama ridicolo, uno che sembra molto in disaccordo con il suggerimento originale che la Terra fosse davvero solo un luogo di villeggiatura per queste creature. Rende i Predator più conoscibili, più comprensibili, più convenzionali. Fornisce loro motivazioni che sono allo stesso tempo più complicate e più generiche di quanto non fossero mai state. The Predator dedica un tempo considerevole a entrare nella testa della creatura, eliminando qualsiasi mistero o ambiguità che abbia reso la creatura così attraente in Predator . Il pubblico può leggere i sottotitoli e la creatura stessa parla direttamente ai personaggi umani.

Tutto questo è semplicemente troppo, al punto che spesso sembra che The Predator abbia semplicemente abbandonato un design iconico per una generica trama di invasione aliena. Ci sono molti piccoli buchi di trama inspiegabili; l’idea che i Predator siano divisi in “sbirri intergalattici e ladri intergalattici” o l’inspiegabile suggerimento che c’è una guerra civile tra questi alieni. In effetti, viene persino suggerito che una delle creature sia venuta sulla Terra per aiutare l’umanità. Perché? Come si adatta tutto ciò con la creatura che era così memorabile nel Predator originale ?

C’è la sensazione che The Predator capisca che nulla di tutto questo ha nulla a che fare con l’essere di un film su Predator. Di conseguenza, il film fa una brusca svolta nel terzo atto, lontano da questa complicata costruzione del mondo e dalla continuità verso la premessa di base dei film di Predator . Gli ultimi venti minuti circa di The Predator si sentono radicalmente scollegati da tutti i complotti dei minuti precedenti, mentre la creatura decide di cimentarsi in un po ‘di nostalgia e cacciare i personaggi umani per lo sport attraverso boschi deserti. Fa una gradita pausa dalla guerra civile e dai procedimenti di polizia a tema alieno.

C’è la sensazione che The Predator potesse essere un film migliore se avessero abbracciato quella relativa semplicità fin dall’inizio, invece di cercare di adattare la creatura omonima per il moderno panorama di franchising.

Venom: Recensione senza spoiler

Il trauma è una pietra miliare del genere supereroistico.

A volte quel trauma è emotivo; la morte di Thomas e Martha Wayne, la perdita dello zio Ben, l’esplosione di Krypton.                                      A volte quel trauma è fisico; ti rivestono lo scheletro di metallo liquido e la tua memoria viene cancellata, ti trasformi fisicamente in qualcosa di irriconoscibile, ecc ecc . Per citare erroneamente Stan Lee, “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Il più delle volte arriva anche con grande sofferenza.

Nei suoi momenti migliori, Venom sembra rendersene conto. Al centro di Venom, il personaggio traumatizzato è Eddie Brock, che ha assistito alla distruzione di tutta la sua vita e che improvvisamente si ritrova a condividere il suo corpo con un’entità aliena assassina con mostruosi appetiti. Brock è interpretato da Tom Hardy, uno di quei rari attori con immensa presenza fisica e incredibilmente vulnerabilità. Incredibile e trasandato, con i tatuaggi sbiaditi e gli indumenti che sembrano non essere stati lavati, Eddie sembra aver passato l’inferno prima ancora della sua esperienza di trasformazione.

Ci sono momenti in cui Venom sembri quasi come uno strano thriller psicologico su un personaggio che vive una pausa in tempo reale dalla realtà, un reporter che sta perdendo la sua fragile presa sulla realtà dopo aver subito l’ennesima battuta d’arresto personale e professionale. Mentre la situazione peggiora, Eddie inizia a sentire voci nella sua testa e perde il controllo del suo corpo. Si trova in una situazione in cui accadono cose terribili, ma è in grado di dissociarsi dalla brutalità e dalla violenza. Venom non si impegna mai completamente in questa idea, ma ribolle attraverso la storia.

I primi due atti di Venom sono scomposti e irregolari, che soffrono di una sfocata mancanza di dettagli e non si concentrano su nessuna delle idee centrali del film. Tuttavia, il film sopravvive in gran parte sulla forza delle prestazioni di Tom Hardy e sulla stranezza del concetto. Tuttavia, le cose cadono a pezzi nel terzo atto. Parte di questo è dovuto al fatto che Venom sente il bisogno di trasformarsi in un normale film di supereroi quando raggiunge la sua conclusione. Parte di questo è perché Ruben Fleischer non può dirigere l’azione. Parte di questo è a causa della collisione di un’esposizione maldestra e di immagini confuse generate al computer.

Venom perde quel piccolo controllo che ha di se stesso quando raggiunge il suo apice.

Il terzo atto di Venom è un disastro, uno dei peggiori terzi atti di qualsiasi blockbuster di grosso budget. Alcuni di questi problemi sono puramente concettuali, in base al fatto che Venom sente il bisogno di offrire il tipo di spettacolo che le persone si aspettano da un moderno blockbuster; questo significa momenti alti, effetti speciali complicati e sequenze guidate dall’animazione generata al computer. Niente di tutto ciò è bello e lascia un sapore molto aspro.

Il culmine di Venom sente la necessità di mettere il destino del mondo in bilico, come lo è l’impostazione predefinita per i moderni successi dei supereroi; si pensi agli antagonisti nichilisti di film come Thor: The Dark World o Doctor Strange , cattivi che vogliono distruggere il mondo perché i moderni blockbuster credono che il pubblico voglia quel livello di minaccia. In molti forum si parla dell’efficacia di questo approccio, sul fatto che i film abbiano bisogno di quel senso di pericolo, o se il pubblico moderno possa investire in interessi più intimi come quelli di Spider-Man: Homecoming .

Venom non smette mai di fare questo genere di domande, e così il film ha bisogno di aumentare il pericolo piuttosto drasticamente andando al suo terzo atto in un modo che si sente completamente inorganico con tutto ciò che è successo a quel punto. Il terzo atto di Venom è un corso di go-kart, pieno di colpi di scena ma senza spazio sufficiente per costruire un momento. Il terzo atto rivela, in una successione incredibilmente rapida , ciò che l’omonimo mostro stava progettando di fare sulla Terra, perché non lo fa più ora che il pubblico sa di cosa si tratta e chi altro sta pianificando qualcosa di simile.

Su un livello di trama pura è vertiginoso, inducendo al colpo di frusta. Al pubblico viene chiesto nel corso di trenta secondi di spiegazione di rinnovare completamente la loro comprensione della relazione tra Eddie Brock e il parassita che vive nel suo corpo non meno di tre volte. Di conseguenza, nulla di tutto ciò ha alcun impatto. Nessuna rivelazione ha il tempo di affondare prima che venga sostituita con una nuova informazione che ricontestualizza l’intero arrangiamento.

Questa carneficina si riflette nella regia. Ruben Fleischer non è un regista d’azione, certamente non alla portata di cui ha bisogno un film come questo. È sempre difficile creare una tensione tangibile tra due blob generati dal computer che si colpiscono a vicenda, ma l’editing e il ritmo della sequenza d’ azione climatica non aiutano. Due entità superpotenti si lanciano su un razzo al culmine di Venom , ripetutamente avvolte nel fuoco e lanciate e girandosi l’una sull’altra, ma nessuna visivamente è interessante. Molto poco è persino visivamente chiaro.

Tutto questo è un peccato, perché c’è un sacco di materiale interessante che porta a questo disastroso lancio del terzo atto. I primi settanta minuti di Venom sono tutt’altro che perfetti, ma sono almeno coinvolgenti. Hanno una varietà di idee sottosviluppate che sono almeno intriganti, e il tutto è elevato da un’affascinante performance centrale di Tom Hardy come Eddie Brock. Sarebbe troppo dire che Venom lavora costantemente anche durante i suoi primi due atti, ma funziona quel tanto che basta per far andare avanti le cose.

Molto di questo è dovuto a Tom Hardy. Potrebbe essere troppo dire che Hardy è particolarmente bravo nel ruolo, ma la sua performance è sicuramente ottima. Di rado c’è una scena senza una scelta interessante da parte di Hardy che ravviva anche il più superficiale o banale dei take. Anche la sua prima esposizione è piena di scelte di performance stranamente forti. Durante il montaggio introduttivo che lo istituisce come reporter, si ferma a metà di una frase per controllare i suoi appunti. “Il problema dei senzatetto è …” Controlla i suoi appunti, guarda la telecamera. “… crescente.”

In un certo senso, Venom si sente come un supereroe, una strana reliquia di un tempo prima dell’attuale boom dei supereroi. Sembra molto simile al tipo di film che potrebbe essere stato introdotto alla produzione nei primi anni del ventunesimo secolo, dopo il successo di X-Men o Spider-Man , ma da persone che non hanno riconosciuto gli eroi sulla carta. Venom è uguale a film come Daredevil , Elektra , Ghost Rider o anche The Punisher .

L’atmosfera del primo ventunesimo secolo è rafforzata in diversi modi. La title track di Eminem si sente come un marker culturale di un tempo precedente nella produzione cinematografica, e non solo perché Eminem si sente come un artista del millennio. Il singolo da legare è un’arte perduta da tempo, qualcosa di largamente trascurato e dimenticato al di fuori di casi eccezionali come The Greatest Showman o A Star is Born .

Questa scelta colonna sonora richiama l’inclusione di Nickelback nella colonna sonora di Spider-Man o la canzone degli Evanescence  Bring me to life (o anche My Immortal) in Daredevil . Probabilmente potremmo tornare ancora più indietro, al punto che artisti dai grandi nomi potevano persino creare versioni e video musicali sul blockbuster, come Hold Me, Thrill Me, Kiss Me, Kill Me o Kiss from a Rose (on the Grave) in Batman Forever.

Tuttavia, ci sono altri aspetti di Venom che evocano quei precedenti film di supereroi pre- Batman Begins e pre- Iron Man . In particolare, il fatto che le caratteristiche dei personaggi sullo schermo hanno ben poco a che fare con la proprietà intellettuale che ha fornito le basi per il film oltre una somiglianza superficiale e l’uso di poche parole chiave; pensa a film fuorvianti come Catwoman o Steel . C’è molto poco in Venom che ha delle radici solide nell’identità cartacea del personaggio, al di là del suo nome e del fatto che sia un “simbionte”.

Ci sono dei validi motivi, naturalmente. Più ovviamente, la difficoltà nel realizzare un film di Venom senza Spider-Man. Dopotutto, il personaggio di Venom è definito dalla sua relazione con Spider-Man. Spazzolando ogni continuità o storia condivisa, Venom è l’archetipo “doppelganger malvagio” di Spider-Man. Il suo personaggio semplicemente non funziona senza Spider-Man come punto di ispirazione o contrasto. Visivamente parlando, Venom non ha senso al di fuori del contesto di “Cosa succede se fosse Spider-Man, ma oscuro ?”

La prospettiva di un film di Venom senza Spider-Man è intrinsecamente assurda. La cosa potrebbe suggerire che è come fare due film di Joker senza Batman, ma non è del tutto preciso. Nonostante la loro lunga associazione, non c’è nulla del “clown assassino” che richiede “l’uomo vestito da pipistrello” per poter funzionare. Provare a realizzare un film di Venom senza Spider-Man è come provare a realizzare un film su Sabretooth senza Wolverine, un film su Man-Bat senza Batman, un film di Bizarro senza Superman, un film su Abominio senza Hulk. Non ha senso.

Eliminare Spider-Man dalla storia sull’origine di Venom rimuove essenzialmente la colonna vertebrale del personaggio, in un modo che crea un’apprezzabile assenza. Persino il pubblico, senza apprezzare l’associazione di vecchia data tra i due personaggi, potrebbero chiedersi perché gli occhi di Venom assomiglino al Tessiragnatela o perché oscilli in quel modo o perché si arrampichi sui muri. Venom non può possibilmente rispondere a queste domande con qualcosa di più di quanto già non faccia .

Per essere onesti, ci sono aspetti di questo approccio che funzionano abbastanza bene. I moderni film sui supereroi hanno in gran parte abbandonato l’idea del supereroe come metafora personale, l’idea che questi personaggi rappresentino qualcosa di specifico e unico piuttosto che servire come trampolino di lancio per grandi temi sul mondo moderno. Questo forse riflette nel modo in cui i moderni film dei supereroi si sono in gran parte allontanati da archi personali dei personaggi, ma anche nel fatto che i moderni film di supereroi non fanno metafore semplici come “hai provato a non essere un mutante?” con in X-Men II .

Venom gioca ripetutamente con l’idea del suo personaggio centrale come metafora di intensa esperienza personale, di un trauma letterale trasformativo, come sostituto del tipo di evento che cambia la vita e che cambia profondamente una persona. Accade solo che Eddie Brock sia cambiato in un modo più fisico che psicologico. Nei primi dieci minuti del film, Eddie tocca il fondo. Perde il suo lavoro tranquillo e l’amore. Si ritrova in enormi debiti e incapace di lavorare. La sua reputazione è a brandelli e la sua autostima non è molto alta.

Tom Hardy fa un sacco di lavori pesanti qui. La versione a fumetti di Eddie Brock era chiaramente un cattivo e ovviamente mostruoso. Era un brutto giornalista che ha falsificato delle notizie per essere pagato. Venom si allontana da un ritratto così rozzo. Invece, Eddie ha un solo momento di debolezza che finisce per costargli caro. Il film ha un altro personaggio che suggerisce attraverso il dialogo che la caduta di Eddie è il risultato della sua arroganza, ma la sceneggiatura non analizza mai il punto per paura di alienare il pubblico.

Di conseguenza, tocca a Tom Hardy dare al personaggio lo spessore necessario per far credere al pubblico che sta cadendo a pezzi. Hardy ha la meravigliosa miscela di machismo ed empatia che fa il lavoro necessario. Eddie sembra che riesca a tenerlo insieme così com’è. Nella parte iniziale del suo percorso, Eddie sembra radersi raramente e lotta per mantenere il contatto visivo con le persone intorno a lui. Una volta che tutto cade a pezzi, la performance di Hardy ci suggerisce che l’ uomo che stiamo vedendo è ormai perduto.

Questo è il tipo di ampio approccio psicologico pop alla narrazione dei supereroi che è in gran parte assente dai successi contemporanei, forse perché questi film diffidano di virare nell’assurdità del campo. Venom è innegabilmente assurdo nei punti, caratterizzato dal tipo di battute folli che sono state in gran parte filtrate dai moderni film di supereroi auto-seri in favore di un approccio pulito e standardizzato. C’è un momento in cui Venom che ricorda l’eccentricità a lungo perduta di Hulk di Ang Lee , quando il simbionte si nasconde in un adorabile cagnolino per pochi minuti.

Venom funziona meglio quando si appoggia alla ridicolaggine della sua premessa, inclusa la pesante psicologia. In diversi punti, Eddie e Venom conversano tra di loro, come se lottassero per il controllo dello stesso corpo. In un altro punto, Eddie e Venom si incontrano. Verso la fine del film, Eddie sembra rimuginare sul potere che questa trasformazione grottesca gli dà. “Non è del tutto orribile” , ammette, essendosi riconciliato con il mostro dentro di sé.

Ovviamente, il problema è che Venom si spinge sempre più vicino al modello standard del supereroe mentre si avvicina il climax, e quindi cade nei ritmi familiari. Il film non esplora mai completamente la violazione della fiducia tra Eddie e la sua fidanzata, e non lo tiene mai abbastanza sul punto di spiegare cosa è successo. Sebbene altri personaggi suggeriscano che il suo fallimento sia radicato nel suo personaggio, non riesce mai a superare nessuno dei difetti che identificano quando il film si avvicina al suo culmine. In effetti, il film sottolinea quanto sia bello un ragazzo come Eddie; persino da fallito, dà venti dollari a un senzatetto.

Lo stesso vale per la trama stessa, che implica un ovvio riff sui miliardari della Silicon Valley tech come cattivi capitalisti. Riz Ahmed interpreta Carlton Drake, una figura chiaramente ispirata a personaggi come Elon Musk. È ossessionato dai viaggi nello spazio come mezzo di autoconservazione e ha poca preoccupazione per i limiti come la salute e la sicurezza. Il film fa un vago gesto verso la relazione imbarazzante tra queste aziende tecnologiche e la stampa, ma non si impegna mai veramente.

La performance di Ahmed è interessante in gran parte per quanto sia fluida, sembra consapevolmente senza vita. Ahmed interpreta un Drake in contrasto con Hardy nei panni di Brock. Hardy fa costantemente le cose, mentre Drake sembra singolarmente disinteressato, come un robot pre-programmato senza alcun interesse per tutto ciò che accade intorno a lui al di fuori della curiosità accademica e un amore costante per il suono della sua stessa voce. Drake lavora discutibilmente nei dettagli più fini piuttosto che nel quadro generale; le sue scarpe da ginnastica alla moda sono l’aspetto più ironicamente distintivo del suo personaggio.

Ahmed interpreta Drake come un personaggio che manca completamente di autocoscienza. Loda un bambino per aver fatto domande prima di chiudere un’intervista. Si posiziona come Dio in una rivisitazione della storia di Abramo e Isacco, in cui cerca di argomentare che Isaaco è il vero eroe nonostante la sua totale mancanza di azione. Ahmed interpreta Drake come il tipo di figura che è abituato a battere le persone alla fine delle sue frasi, e quindi non sente più il bisogno di fare uno sforzo. Non è una performance o un personaggio particolarmente memorabile, ma è un approccio decente.

Ancora una volta, il film cade nel terrificante quando si raggiunge il culmine, richiedendo a Drake di ricoprire il ruolo di antagonista minaccioso principale di Eddie Brock. Ciò richiede di abbandonare molto rapidamente una quantità enorme di trama e di oscurare tutta una serie di motivazioni. Venom è il tipo di film in cui un miliardario tecnologico può decidere di lanciarsi nello spazio con letteralmente cinque minuti di preavviso.

Venom si disintegra nel suo climax pieno d’azione, il che è un peccato. C’era del materiale interessante nei primi due terzi, anche se faticava a coesistere anche prima che tutto crollasse in se stesso.

Daredevil di Frank Miller & Klaus Janson RECENSIONE CON RETROSPETTIVA

Trent’anni fa il mondo del fumetto era molto diverso. I personaggi strani erano più che benvenuti – ed anche incoraggiati. I finali stile Deus Ex Machina erano così comuni che era un miracolo che la gente non si fosse stufata. Ma – cosa più importante – i colori erano tutti luminosi e allegri e il concetto di “cupo e grintoso” non era ancora entrata nel vocabolario mainstream.

Qui arriva Frank Miller.

 

                                                                      

Inizia con delle prospettive alte che però non si vedono nei primi numeri. C’è molto da dire sulla sua serie di quaranta numeri di Daredevil e di come quanto fosse stato in futuro iconico e rivoluzionario. Non sono sicuro di cosa mi aspettassi all’inizio, probabilmente di trovare una pietra miliare del fumetto a ogni pagina ma cosi non e’ stato.

                                                                   

Non fraintendermi – in queste storie sono racchiuse tutti quegli elogi che ho fatto sopra se non molto di più. Ma Frank Miller non è un alchimista. Non può creare istantaneamente l’oro dall’aria. Daredevil – quando Miller arrivò – era in cattive condizioni, anche per gli stravaganti standard della Silver Age. In effetti, ha avuto così tanta libertà di riscrivere il personaggio perché il titolo era sull’orlo della chiusura. E, sotto il suo mandato, in realtà è diventato un titolo mensile.

In pochi sanno che Miller originariamente si unì come artista. A poco a poco il suo coinvolgimento è aumentato e poi ha completamente assunto il controllo. Forse l’indicazione più chiara di quante modifiche abbia apportato al fumetto può essere notato dal fatto che la prima storia aveva un gorilla parlante (un membro di “The Unholy Three” ), mentre verso la fine vediamo una tranquilla conversazione  con un nemico storpio al gioco della roulette russa.

                                                                 

La corsa di Miller su Daredevil va a braccetto con l’introduzione di Elektra, uno dei tanti elementi introdotti da Miller che sono rimasti con DareDevil fino a oggi. Quasi immediatamente, vediamo Miller mettersi al lavoro come scrittore. Riduce praticamente la galleria dei ladri di Daredevil fino a Bullseye e importa Kingpin da Spider-Man. Anche se avrebbe scritto una storia con Stilt-Man (sì, il suo status di super criminale era definito dal fatto che aveva i trampoli), era puramente per deridere la natura ridicola del concetto. Avrebbe anche introdotto dei cattivi un po’ meno pazzi nella galleria dei nemici di Daredevil unendoli al concetto di  assassini ninja,ovvero The Hand – tradotto in italia come La Mano-.

Questa è una scelta intelligente per il personaggio – che aveva, in questa fase, un’orrenda selezione di cattivi  – ma forse è anche la prima volta che abbiamo visto un supereroe migrare lontano dai super criminali come nemici tradizionali. Nonostante la presenza di ninja (un sacco di ninja!), Miller mantiene il suo personaggio relativamente integrato nella città, trascorrendo così tanto tempo a lottare con i comuni teppisti come mostri in costume. Sfortunatamente la serie non si occupa mai completamente delle implicazioni di questa mossa verso un’atmosfera noir più radicata – con Daredevil che passeggia in un bar e beve una bottiglia di latte mentre perlustrano gli inferi come se non ci fosse nulla di insolito in un uomo in calzamaglia rossa che passeggiava in un bar grezzo e beve attraverso una cannuccia – è certamente un cambio di direzione interessante per il personaggio.

Nonostante alcuni momenti minori slegati alla trama principale, Miller ha messo insieme un’affascinante collezione di storie noir. Anche se il punto più alto di questa corsa è probabilmente il ritorno di Kingpin nell’arco di Gangwar e il culmine della trama di Elektra in Last Hand , anche le oneshots sono interessanti – in particolare Devils , un capitolo in cui un tumore cerebrale fa sì che Bullseye inizi a vedere tutti intorno a lui come Daredevil, o Lady Killer dove Melvin Potter sembra essere ossessionato dalla sua doppia personalità. Miller è uno scrittore di talento e entrambe le storie giocano su grandi temi sviluppati durante la sua direzione (la decisione di Daredevil di salvare Bullseye ha delle conseguenze in seguito, per esempio). Infatti, dal momento in cui Miller assume il ruolo di scrittore, la serie si legge come un romanzo gigante suddiviso in capitoli: una saga del crimine riccamente dipinta.

                                                                 

È un peccato che il punto culminante del suo mandato intitolato “Resurrection” , non si unisca (anche se non conoscessi la storia dietro le quinte potrei probabilmente dire che Miller non voleva risuscitare il suo ninja assassino dal modo in cui racconta la storia), ma la storia finale, la roulette , compensa ampiamente – una conversazione intima tra Daredevil e Bullseye che rimanda (o in avanti – da quando è stata pubblicata per la prima volta) alla conversazione di apertura di Batman / Joker nel The Killing Joke di Alan Moore . Questi due si uccideranno probabilmente a un certo punto – tranne che la Marvel non vuole rischiare un calo delle vendite uccidendo personaggi popolari.

È ridondante sottolineare quanto sia stata efficace la transizione dai ladri in costume di Daredevil al Kingpin (e forse Bullseye). In un mondo sovrappopolato di personaggi Marvel in costume (incluso il famoso Spider-Man), Miller ha trovato il modo di mettere il personaggio nel suo habitat. Il successo di questo approccio è comprovato dal fatto che l’evoluzione di Daredevil non è mai stata davvero espansa: in effetti, gran parte del lavoro è stato fatto per rendere i suoi ladri già truci e truculenti abbastanza da stare al fianco di Kingpin.

Kingpin – un tempo cattivo di Spider-Man – è perfettamente adatto alla conquista di New York come la descrive Miller, e alla sfiducia delle istituzioni come inevitabilmente corrotta – un tema che ha attraversato tutto il suo lavoro. Miller abilmente permette al personaggio di vincere – di volta in volta – e imposta anche Daredevil e Kingpin su una traiettoria parallela, piuttosto che su una rotta di collisione. Entrambi gli uomini perdono i loro amori in questa battaglia e – come osserva Kingpin stesso – sono più simili di quanto a loro piace pensare.

Il tono “cupo e grintoso” funziona bene, anche se a volte porta ad alcune dissonanze (confrontate il comico sollievo di Turk con una scena ragionevolmente grafica di Kingpin che spacca la testa di un impiegato, ad esempio). Certo, il commento sociale può sembrare un po’ pesante a volte – prendi la guerra del Punitore contro la droga in Child’s Play come esempio – ma questa era un’era in cui alcuni temi dovevano ancora prendere piede.

                                                      

È interessante notare come alcuni dei temi delle storie future di Miller appaiano qui in forma embrionale. Non è un caso, ad esempio, che Bullseye scappi durante un’intervista con i media nello stesso modo in cui The Joker è scappato durante The Dark Knight Returns . O che la corruzione di Kingpin a New York rispecchia lo stato di decadenza di Gotham in Anno Uno .

Le tavole di Klaus Janson (originariamente disegnate a matita da Miller) sono fantastiche e probabilmente meritano di essere viste da sole (anche nei noiosi capitoli precedenti). La coppia si sarebbe riunita in The Dark Knight Returns , ma penso che questo potrebbe effettivamente essere superiore alla loro successiva collaborazione. Il disegno è fluido e lo stile visivo è impressionante. I colori vivaci sono un interessante contrasto con il tono sempre più oscuro dell’opera, e le scelte stilistiche funzionano bene – per esempio, il costume di Daredevil si alterna tra pannelli come il rosso con il nero o il nero con il rosso.

                                                   

Non vi consigliamo di recuperare gli omnibus in quanto avendo tutti numeri rende la lettura più adeguata – e certamente molto più coerente. Inoltre molte raccolte tendono a rimuove la maggior parte dei problemi a livelli di trama. Mentre ho affermato che penso che l’influenza di Miller su Batman possa essere sopravvalutata, non penso che sia possibile sopravvalutare il suo coinvolgimento con Daredevil. Praticamente tutti gli scrittori che gli faranno seguito – in particolare le storie moderne di Kevin Smith, Brian Michael Bendis e Ed Brubaker – si rifanno pesantemente al suo lavoro.

Probabilmente funziona meglio come esempio dell’evoluzione del lavoro di Frank Miller piuttosto che un esempio del suo stesso lavoro. Tuttavia, per quelli con una mente aperta o un interesse per l’evoluzione di uno dei più interessanti scrittori, questo è il consiglio che posso darvi. C’è sempre la sensazione che le cose stiano cambiando e crescendo.

Potrebbe non reggere bene come l’altra corrente principale dei primi anni ottanta – l’amministrazione di Alan Moore su Swamp Thing – ma è una visione davvero affascinante della crescita come scrittore di fumetti e uno sguardo interessante ai primi anni di Miller.